Skoči na glavni sadržaj

Izvorni znanstveni članak

LESSICO E GRAFIA NEI TESTAMENTI DI KA©TELA AL PASSAGGIO DAL XVIII AL XIX SECOLO

Krešimir Kužić ; Zagreb


Puni tekst: hrvatski pdf 13.410 Kb

str. 203-252

preuzimanja: 427

citiraj

Puni tekst: engleski pdf 13.410 Kb

str. 249-250

preuzimanja: 524

citiraj

Puni tekst: talijanski pdf 13.410 Kb

str. 248-249

preuzimanja: 665

citiraj


Sažetak

La dominazione della Repubblica di Venezia, che sul territorio di Trogir e Kaštela si protrasse dal 1420 al 1797, si riflesse in varie influenze linguistiche. La massima pressione fu esercita sul patriziato a cui fu imposto l’uso della lingua italiana e del latino negli atti pubblici, mentre per i populani fu introdotto l’uso delluinterprete affinché le decisioni del governo fossero eseguite. Si deve tuttavia riconoscere che la Repubblica non proibì mai la pubblicazione di libri in lingua croata, sia di tema profano che religioso. Lo vediamo anche nel caso della Judita di Marulić, come da una serie di opere di altri autori del XVI, XVII e XVIII secolo. Era, comunque, inevitabile l’influenza sulla grafia, e gli esempi riportati sono caratteristici della lingua italiana. Sul finire del XVI secolo fu promossa la Riforma cattolica, e verso la fine del XVII fu intensificata al fine di illuminare e migliorare l’educazione religiosa del clero. In questo si distinsero in modo particolare gli arcivescovi S. Cosmi, S. Cupilli e il vescovo traurino A. Kačić. È importante sottolineare che Cosmi e Cupilli pur essendo Italiani non imposero la lingua italiana, anzi insistettero sul mantenimento in uso del croato. Oltre il clero vescovile, specie quello glagolitico, diedero un notevolissimo contributo anche i francescani. Proprio grazie a loro fu creata un’invidiabile omogeneità culturale espressasi nelle iscrizioni in lingua croata che s’incontrano di frequente nelle parrocchie di paese.
Un altro esempio ancora più evidente sono i testimenti, qui trattati dall’anno 1788 fino al 1805. Essi sono scritti in dialetto stocavo e solo in certe parole si è conservata l’espressione originaria ciacava del testatore. Ne è motivo il fatto che i sacerdoti erano originari dell’area linguistica stocava - Poljica, Solin e Zagore, e quindi scrivevano i documenti nel loro idioma locale modificato dalla letteratura religiosa e profana, e in quel tempo in Dalmazia nelle opere a stampa prevaleva lo stocavo. A motivo della ricordata aspirazione alla formazione scolastica in croato nei testi si trova un numero relativamente basso di forestierismi. Nel corpus complessivo la percentuale di parole italiane e latine ammonta al solo 3,96%, mentre i turchismi sono trascurabili 0,23%. Questi forestierismi sono suddivisi per gruppi d’uso: religioso, giuridico, culturale ed economico. Per la natura giuridica, ed anche per il carattere inevitabilmente religioso del testamento, è comprensibile che tre quarti dei forestierismi provengano da questi gruppi. Notevoli sono gli italianismi e i turchismi per i generi d’abbigliamento, i gioielli e i titoli, mentre è inconsueto l’uso delle denominazioni italiane dei mesi. Nonostante il conservatorismo dell’ambiente di paese, i forestierismi sono accettati a causa degli intensi rapporti commerciali verso la metropoli di Venezia, come anche verso l’entroterra ottomano in Bosnia. Favorirono questa tendenza anche persone dellämbiente locale passate dal ceto contadino ad uno più elevato sia per studi o per attività artigianali o commerciali. Dovendo accettare la lingua globale della loro professione essi contribuirono all’accettazione dei forestierismi.
Quanto alla grafia, essa presentava la massima varietà nella scrittura dei suoni palatali. Così /Č/ è scritto come - c, cc, c, ch; (Ć) - c, c, ch; (Đ) - ch, dg, dj, g; (LJ) - gl, jl; (NJ) - gn, jn, ng, nj; (Š) - ∫, ∫c, ∫s, ss, sc, s; (Ž) - x, s. Questo si può spiegare con il fatto che non esisteva un’autorità in grado di imporre un sistema grafico unitario, e così i libri erano stampati secondo l’avviso degli stampatori stessi che non conoscevano la lingua croata. Donque, la forma grafica dei singoli testamenti dipendeva dalla letteratura utilizzata dal sacerdote nel suo ufficio, e il più delle volte si trattava del Bogoslovlje dilloredno del vescovo A. Kačić e di vari breviari. È evidente che nel periodo preso in considerazione il livello di conoscenza della lingua croata era solido, ma il problema della grafia rimase irrisolto.

Ključne riječi

/

Hrčak ID:

61894

URI

https://hrcak.srce.hr/61894

Datum izdavanja:

24.2.2005.

Podaci na drugim jezicima: hrvatski engleski

Posjeta: 2.624 *