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Botteghe di scultura lignea del Rinascimento fra Venezia, Treviso e l'Istria. Una precisazione per Paolo Campsa e identificazioni del Maestro dell'altare di Spresiano e di Benedetto da Ulm, addenda su Giovanni Martini

Giorgio Fossaluzza ; Università degli Studi di Verona, Italija


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str. 43-72

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Sažetak

L’attività di Paolo Campsa, che assomma la fase di società con Giovanni di Malines, documentata dal 1497 al 1513, a quella svolta in autonomia fino al 1541, fa di questa personalità il principale punto di riferimento per la scultura lignea veneziana di Terraferma e dell’Istria durante un lungo arco temporale del Rinascimento maturo. Della prima attività si dispone della Madonna con il Bambino di Buie del 1497 e del trittico di Monopoli del 1502; accertato è anche il trittico di Besca (Veglia) del 1514, con il quale Campsa esordisce in autonomia. Su tali fondamenta si è gettato un ponte verso la fase di Campsa più avanzata. Questa vede come capisaldi due opere firmate e datate: il Cristo risorto del 1533 di Soave (Verona) e la Madonna con il Bambino del 1534 di collezione privata. Di conseguenza, è stato agevole convogliare in uno stesso catalogo opere di provenienza veneziana, dal Trevigiano e dall’Istria. L’elenco comprende gli altari di Torcello, di Treville di Castelfranco, di San Cassiano e San Giorgio di Quinto di Treviso; per l’Istria, di Momorano, Montona, Medolino e, per la Dalmazia, dell’Isola di Lesina.

Ključne riječi

scultura lignea; botteghe; Rinascimento; Paolo Campsa; Giovanni Martini

Hrčak ID:

223885

URI

https://hrcak.srce.hr/223885

Datum izdavanja:

1.12.2007.

Posjeta: 714 *