APA 6th Edition Bottin, F. (1999). Beskonačni prostor po Frani Petriću. Prilozi za istraživanje hrvatske filozofske baštine, 25. (1-2 (49-50)), 49-60. Retrieved from https://hrcak.srce.hr/76484
MLA 8th Edition Bottin, Francesco. "Beskonačni prostor po Frani Petriću." Prilozi za istraživanje hrvatske filozofske baštine, vol. 25., no. 1-2 (49-50), 1999, pp. 49-60. https://hrcak.srce.hr/76484. Accessed 15 Jan. 2021.
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Harvard Bottin, F. (1999). 'Beskonačni prostor po Frani Petriću', Prilozi za istraživanje hrvatske filozofske baštine, 25.(1-2 (49-50)), pp. 49-60. Available at: https://hrcak.srce.hr/76484 (Accessed 15 January 2021)
Vancouver Bottin F. Beskonačni prostor po Frani Petriću. Prilozi za istraživanje hrvatske filozofske baštine [Internet]. 1999 [cited 2021 January 15];25.(1-2 (49-50)):49-60. Available from: https://hrcak.srce.hr/76484
IEEE F. Bottin, "Beskonačni prostor po Frani Petriću", Prilozi za istraživanje hrvatske filozofske baštine, vol.25., no. 1-2 (49-50), pp. 49-60, 1999. [Online]. Available: https://hrcak.srce.hr/76484. [Accessed: 15 January 2021]
Abstracts Dopo solo tre anni dalla pubblicazione del De l’infinito, universo e mondi di Giordano Bruno, Francesco Patrizi pubblica nel 1587 a Ferrara una sua operetta dal titolo, De spacio physico et mathematico, che constituisce il contributo più originale e sistematico per una interpretazione cosmologica dell’infinito. In tale opera il Patrizi perviene, attraverso le sue critiche all’aristotelismo, prima ad una completa riabilitazione del concetto di vuoto e quindi ad intenderlo essenzialmente come uno spazio extracosmico, infrangendo in tal modo la cosmologia aristotelico-tolemaica in un aspetto che neanche Copernico aveva osato criticare nel suo De revolutionibus, cioè appunto l’infinità del cosmo. Infine, Patrizi afferma decisamente che lo spazio extracosmico è finito solo dalla parte in cui lambisce la superficie del mondo; esso è invece infinito da ogni altra parte. Lo spazio delle regioni celesti, quindi, è infinito perché non ha limiti né interni, né esterni a se stesso ed è anzi in continua espansione, nel senso che si tratta di una infinità in atto che può estendersi solo verso forme più complesse di infinità.