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Il CONTRIBUTO RAGUSEO ALL’EBANISTERIA GENOVESE DEL SETTECENTO

Pavica Vilać ; Dubrovački muzeji Dubrovnik


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Sažetak

L’ebanisteria genovese nel Settecento riflette, come anche quella del resto della penisola, l’influsso dei centri europei culturali e artistici. Dal secondo quarto del secolo l’influenza francese è sempre più forte cossichè si comincia a fare l’ebanisteria d’alta qualità che il suo periodo d’oro ha nel barocchetto.
Allora i mobili si ispirano ai modelli dello stile di Luigi XV, imitando le forme e le disposizioni degli intarsi mostrando nello stesso tempo la sua identità con le decorazioni a motivo di quadrifoglio caratteristiche per Genova.
L’arte dei mobilieri liguri, raffinata e precisa, riflette invidiabile l’abilità
tecnica e creativa dei bancalari liguri. Nonostante i legami con i modelli stranieri e la tendenza di ripetizione che diminuisce l’originalità, i mobili genovesi della metà del secolo e del classicismo fanno parte dell’ebanisteria italiana ed europea più elevata.
Le caratteristiche più importanti dell’arte del legno sono evidenti sul comò genovese che con quello veneto dello stesso periodo rappresenta il prodotto più originale della storia della mobilia. L’esempio di tale comò si trova nel possesso dell’Archivio di Stato a Dubrovnik (Ragusa), che nonostante la maestranza dell’artigianato ligure, l’attenzione degli esperti attira con il fatto che era firmato dall’autore. I mobili di casa italiani non erano firmati e al contrario dei francesi erano anonimi.
Mentre gli artigiani genovesi di questo periodo erano conosciuti per la
loro abilità i loro nomi invece oggi si possono raramente attribuire ai mobili specifici. Gaetano Bertora, il mastro del comò raguseo non apparteneva ai famosi ebanisti italiani e perciò non riuscivamo ad identificarlo per tanto tempo. Negli anni novanta del secolo precedente sono pubblicati i primi articoli scientifici sull’ebanisteria ligure nella periodica italiana. Sull’argomento si sapeva poco a causa della mancanza dei documenti e dell’inaccessibilità del materiale archivistico che crea gli ostacoli nello studio di questa parte importante della storia dei mobili italiani. Secondo gli stessi autori Bertora apparteneva al gruppo degli artigiani genovesi – i bancalari – e assieme ad Andrea Tozzi era l’unico dei 400 artigiani attivi tra il 1757 e il 1780 che firmava le sue opere. Lo stesso autore sottolinea anche che Bertora ha firmato soltanto due opere, i due trumeaux (burò). In base ai fatti scoperti ed importanti per il nostro studio, questo articolo conferma che il comò dall’Archivio di Stato di Dubrovnik è la terza opera fin’ adesso conosciuta da Gaetano Bertora. Il comò è ignoto all’pubblico proffesionale ed è la prima opera firmata di Bertora scoperta fuori l’Italia, fatta tra il 1757 e il 1768. Questa scoperta ragusea rappresenta un piccolo ma importante contributo per la conoscenza dell’ebanisteria genovese del XVIII secolo.

Ključne riječi

Hrčak ID:

101783

URI

https://hrcak.srce.hr/101783

Datum izdavanja:

15.8.2011.

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