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CONTRIBUTI SUI TESSILI MEDIOEVALI A TROGIR - PROPOSTA PER RICAMATORI LOCALI

Zoraida Demori-Staničić ; Konzervatorski odjel u Splitu


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Nel Tesoro della cattedrale di Trogir (Trau), in cui si conservano da secoli preziose opere d'arte in argento e in oro, si trova anche un gran numero di oggetti liturgici in tessuto. Dal XIV al XIX secolo sono documentati molti legati alla cattedrale traurina, tra i quali numerosi oggetti in tessuto. Di particolare valore è una mitra vescovile di velluto rosso tagliato con applicazioni in seta ricamate con filo di seta e d'oro, decorata da perle, pietre semipreziose e gemme di pasta vitrea, con medaglioni dipinti nella tecnica della tempera su pergamena e ricoperti da cristallo di rocca. La mitra e già stata analizzata da V. Đurić nell'anno 1960 ed esposta al alcune mostre. È piatta, di forma triangolare, realizzata in velluto rosso tagliato conservatosi solo in parte. La fodera e in lino, a più strati. A diritto e a rovescio è decorata a ricamo su taffetà di seta rossa. Alla parte posteriore sono fissati due nastri. Da entrambe le parti la mitra e decorata da un bordo di nastri applicati in seta rossa, ricamati con fili d'oro e di seta policroma. I tralci a foglie di vite svolgendosi riempiono lo spazio alternandosi a medaglioni goticheggianti quadrilobati in cui sono ricamati busti di santi. Sulla parte anteriore, al centro, vi è un' applicazione a edicola in seta rossa. All'interno la incornicia una ghirlanda di piastrine dorate con gemme ovali sfaccettate, e agli angoli sono fissate pietre preziose quadrate più grandi. Sulla seta rossa e ricamata con fili di seta policroma una Madonna con il Bambino a figura intera nello schema della Glykofilousa. La affiancano medaglioni tondi dorati, sotto la cui copertura di cristallo vi sono miniature dipinte a tempera su pergamena. Quella a sinistra rappresenta Gesù Cristo con il Vangelo in mano nell'atto di benedire. Quella a destra rappresenta il bue alato, simbolo di S. Luca. Sulla parte posteriore, che è del tutto identica a quella anteriore, nel bordo inferiore c'è una serie di santi che è difficile riconoscere. Nell'edicola centrale fa da pendant alia Madonna della parte anteriore la figura di Cristo con la corona sopra !'aureola. Nei medaglioni ricoperti da cristallo che affiancano la figura ci sono le miniature del leone alato di S. Marco e dell'angelo di S. Matteo. Alia parte posteriore della mitra sono fissati due nastri (infule, lat. fanones) di velluto rosso, sui quali sono applicati a impuntura nastri dorati ricamati con ornamentazione geometrica a rilievo. I nastri verso il fondo si allargano a trapezio, sono decorati da tralci dorati ricamati che formano un fiore di giglio contornato da perline. Lo stile delle miniature dai colori chiari e vivaci tra cui dominano i toni dell'azzuro che si sovrappongono in gradazione, lo sfondo dorato, i toni del rosa con spruzzi di rosso, appartiene indubbiamente al Trecento veneziano. Đurić ha classificato la mitra traurina, basandosi sull'Hahnloser, nel gruppo delle miniature sotto cristallo della fine del XIII e degli inizi del XIV secolo. Di recente da questo gruppo A. Neff ha separato Il Maestro della croce di Atri. Le miniature di questa croce italiana, datata intorno all'anno 1300, mostrano una grande somiglianza con quelle traurine nell'iconografia e nella fattura. Ma il colorito è del tutto diverso, i 145 colori sono molto vivaci, e il volume e costruito per gradazione tonale. Considerate le caratteristiche stilistiche dei ricami e delle miniature dipinte e la fattura tipica dell`oreficeria con l'impiego di pietre semipreziose e preziose, di gemme vitree, di cristallo di rocca, la seta e il velluto rosso usati, la mitra si può datare tra il 1320 e il 1350 e attribuire a botteghe veneziane. Le miniature sono vicine allo stile della bottega del Maestro di Atri, ma sono certamente posteriori a quelle sulla croce. Una tradizione locale collegava la mitra al vescovo Nikola Kažotić. Considerata la datazione proposta essa e anteriore alia durata in carica di questo vescovo (1362-1371 ). Forse e possibile collegarla al predecessore del Kažotić alla cattedra vescovile, Bartolomeo di Valmontone, che giunse da Avignone e Padova, nel 1349, a sostituire il vescovo traurino. Nello stesso Tesoro si conserva il drappo coprileggio del Vangelo, che e stato a lungo considerato uno stendardo. II velluto rosso liscio tagliato e decorato da una croce ricamata a bracci uguali, con applicazioni ricamate in seta policroma. L'applicazione superiore mostra la figura del vescovo S. Giovanni da Traù ricamata su tela di lino. L'applicazione inferiore e quella al'incrocio dei bracci sono strappate. Nei bracci laterali della croce sono applicati stemmi ricamati. I bracci della croce sono riempiti con tralci a rilievo ricamati svolgentisi a foglie doppie cuoriformi, che si congiungono formando un piccolo fiore di giglio. La croce presenta i caratteri delle croci gotiche del XIV e del principia del XV secolo con i tipici bracci quadrilobati e con minute decorazioni floreali sui contorno. Il tralcio a rilievo con cui sono ricamate le croci s'incontra spesso inciso sulle croci argentee processionali gotiche e nelle miniature dello stesso periodo. I ricami sono su tela di lino applicata al velluto. La tela di lino e rinforzata da uno strato di carta. Due croci del tutto identiche, ricamate su velluto rosso, si conservano a Zagabria nel Museo Storico Croato e nel Museo di Arti Applicate. Il loro ricamo e identico, come anche le applicazioni con ricamate figure di santi che raffigurano i santi traurini S. Giovanni da Traù, S. Lorenzo e S. Girolamo. Le figure sono riprese dalla pittura del Quattrocento con la tipica composizione frontale dall'ampia impostazione delle figure a mezzobusto e con la messa in rilievo degli attributi che sono collocati davanti alia figura. Solo guardando attentamente si nota che le applicazioni con i santi sono state aggiunte in un secondo tempo ai quadrilobi dei bracci della croce, dai quali prima sono state probabilmente scucite le applicazioni originarie. Nemmeno gli stemmi ricamati su seta sono contemporanei alle croci. Sono stati applicati successivamente sui quadrilobi dei bracci sui quali erano motto probabilmente raffigurati dei santi. Secondo gli stemmari veneziani sono riconosciuti come stemmi delle famiglie patrizie Bembo e Cornaro. Due Cornaro furono vescovi traurini: Federico Cornaro dal 1560-1561 (molto probabilmente non venne mai a Trogir), al quale successe nel 1561 il fratello Alvise, fino al 1567 quando andò a Roma. Gli stemmi sono stati chiaramente applicati nel momento in cui a Trogir erano presenti i membri di entrambe le famiglie. Nell'anno 1563 Augustino Bembo era conte e capitano della città, Federico Cornaro invece vescovo traurino. Nell'analisi delle opere oltre all'analisi stilistica è molto importante l'analisi tecnica. Questi drappi infatti nell'arco di tempo dal XIV al XVI secolo sono stati "rifatti" o meglio ricomposti in pili strati. Sui fondo originario di velluto rosso liscio tagliato nella seconda meta del XIV secolo fu ricamata la croce. In essa nel XV secolo furono collocate figure di santi, e nel 1562-1563 gli stemmi Bembo e Cornaro. Interventi cosi stratificati evidenziano il ruolo avuto da questi drappi-stendardi nella tradizione locale, dove erano in uso almeno fino al XVIII secolo. Tutte le trasformazioni permettono di localizzare tutte e tre le croci ricamate a Trogir, rinviando cosi alia presenza di una bottega locale di ricamo che nel XIV secolo, con un ottima preparazione tecnica, eseguiva ricami per la cattedrale su velluto importato da Venezia.

Ključne riječi

Hrčak ID:

109964

URI

https://hrcak.srce.hr/109964

Datum izdavanja:

12.8.2005.

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