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IL VESCOVO DI MOSTAR ALOJZIJE MIŠIĆ (1912-1942) DURANTE LA SECONDA GUERRA MONDIALE

Tomo Vukušić ; Vrhbosanska katolička teologija u Sarajevu


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str. 215-232

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Sažetak

Quest’articolo, composto da due parti, s’occupa del ruolo del
vescovo di Mostar Alojzije Mišić nei due primi anni della Seconda
guerra mondiale. Nella prima parte viene descritta brevemente la
situazione confessionale nella Bosnia ed Erzegovina e soprattutto
lo stato della Chiesa cattolica nell’Erzegovina negli anni prima della
guerra.
La seconda parte è dedicata allo stesso vescovo Mišić e al suo
operato. Dopo aver ricordato l’inizio della guerra nella sua diocesi,
di cui le prime vittime erano proprio i cattolici, viene presentato
il suo saluto alla fondazione del nuovo stato croato. Poi, anche se
generalmente aveva poca fiducia negli ortodossi, e nei musulmani
invece non fidava per niente, all’inizio sperava che le conversioni al
cattolicesimo fossero volontarie. Perciò pubblicò una circolare circa
i passaggi.
Dai sacerdoti chiedeva un compor tamento prudente nelle
circostanze di guerra e l’aiuto ai poveri. Personalmente, o tramite i
suoi rappresentanti, protestava contro le persecuzioni dell’innocente
popolazione sia ortodossa che cattolica. Allo scopo di proteggere
a aiutare questa gente più volte scrisse alle autorità statali, alla
Conferenza episcopale di Zagabria e al comando dell’esercito italiano
a Mostar.
L’accesso ai documenti della curia diocesana, oggi purtroppo,
non è possibile perchè nel 1948 furono sequestrati dalla polizia
comunista e mai riportati, così che non è noto neanche se esistono
ancora. Però, da quel poco della documentazione, che è salvata e
viene conservata in diversi archivi, era possibile comporre l’imagine
dell’opera del vescovo Mišić durante la guerra fino all’aprile 1942
quando è mor to. Questa descrizione cer tamente dovrà essere
completata, però non è probabile che si troverà qualcosa che
potrebbe indurre a delle interpretazioni radicalmente diversa da
quanto è stato qui proposto.
La documentazione raccolta testimonia la gioia di Mišić per
la fondazione dello stato croato che salutò augurando il progresso
dell’intera sua popolazione. Era del parere che bisognava evitare il
comportamento che poteva provocare la creazione dell’inimicizia tra la
popolazione ortodossa e musulmana verso il nuovo stato. Però, pieno
della lunga esperienza personale, non coltivava la fiducia soprattuto
nei musulmani. All’inizio della guerra, ingenuamente, credeva
nella sincerità dei passaggi al cattolicesimo e nel rafforzamento
dell’elemento cattolico. Però, rifiutava ogni tipo del proselitismo
religioso.
Quando si è accorto delle ingiustizie commesse dai rappresentanti
del governo statale contro la popolazione ortodossa, protestava
energicamente e tentava di proteggere gli innocenti. Lo stesso faceva
contro le persecuzioni dei cattolici, fatte già dall’inizio della guerra
da parte degli ortodossi, dai partigiani di Tito e dall’esercito italiano.
Da diverse parti cercava e chiedeva la protezione della gente non
colpevole e dei loro beni. Però, purttroppo, pochi lo ubbidirono.

Ključne riječi

Hrčak ID:

23632

URI

https://hrcak.srce.hr/23632

Datum izdavanja:

21.6.2006.

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