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Apologia dell'interpretazione: postilla sulla traduzione dell'Institutio

Iva Grgić


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str. 441-447

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Il contributo è un tentativo di riflessione sugli studi della traduzione italiana dell’Institutio del Marullo (portati avanti dall’autrice stessa e da altri), frutto della fatica del domenicano Remigio Nannini, che ebbe vasta diffusione a cavallo tra il Cinque- e il Seicento, confermato da dodici edizioni nel periodo tra il 1563 e il 1610. Sulle tracce della maniera in cui la traduttologia quale diciplina filologica si è finora procurata molti dei suoi strumenti metodologici, vale a dire prendendo in prestito l’ottica degli studi letterari, l’autrice si impegna per l’introduzione, nella riflessione traduttologica, della nozione di “interpretazione della traduzione”. A suo parere, un procedimento ermeneutico che prenda in considerazione sia le caratteristiche del testo immediatemente percepibili, sia tutte le informazioni reperibili extratestuali sul contesto storico, accompagnato dalla coscienza sulla distanza temporale che obbliga alla rinuncia all’applicazione meccanica di criteri contemporanei dell’evaluazione, o critica, del risultato della traduzione, possiede il potenziale di difendere la propria disciplina (la traduttologia) dall’eventuale obbiezione che, occupandosi dell’opera tradotta soprattutto attaverso i suoi tratti linguistici, essa contribuisca scarsamente a una migliore comprensione dell’originale. Un confronto dell’unicità dello stile della traduzione con i modelli sanciti dalla tradizione è in grado di permettere il superamento del divarico esistente tra critica e mera ricostruzione (di stampo positivista), e inoltre, effettuato parallelamente con lo studio dell’opera originale, portare a nuove conoscenze, caratteristiche, appunto, di una particolare “interpretazione traduttologica”.
La rilettura, in questo senso, della versione italiana dell’Institutio del Nannini, si è concentrata soprattutto sui singoli exempla in quanto unità discorsive, ricavandone una spiccata affinità della mentalità religiosa e umanistica dei due autori (rispettivamente della traduzione e dell’opera originale), identificando una traduzione che come risultato rivela la stessa opzione spirituale e catechistica che aveva ispirato l’originale stesso. L’orientamento “traduttologico” del Nannini, in armonia con il contesto storico-spirituale del movimento noto sotto il nome di Devotio moderna, è quindi degno, secondo l’autrice, di un nuovo termine: Translatio moderna.

Ključne riječi

Hrčak ID:

8642

URI

https://hrcak.srce.hr/8642

Datum izdavanja:

22.4.2000.

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