Review article
https://doi.org/10.30925/zpfsr.38.3.10
LA NOZIONE DI CAPACITÀ DI INTENDERE E VOLERE NELLA TEORIA GIUSPENALISTICA, NELLA LEGISLAZIONE E NELLA GIURISPRUDENZA
Igor Martinović
orcid.org/0000-0002-7648-2443
; Faculty of Law University of Rijeka, Rijeka, Croatia
Abstract
La legge penale annovera la capacità di intendere e volere tra gli elementi della colpa valutabili ai fini dell’imputabilità, senza in realtà definirne la nozione. Definisce, per converso, lo stato di incapacità (art. 24), lo stato preordinato di incapacità di intendere e volere (art. 25) e la ridotta capacità (art. 26). In primo luogo nello scritto si esamina la nozione di incapacità di intendere e volere, in ispecie le sue componenti
„biopsicologica“ e „normativa“. Si dibatte altresì del rapporto tra il giudice e lo psichiatra in occasione dell'accertamento della capacità di intendere e volere. In seguito si analizzano la ridotta capacità e lo stato preordinato di incapacità, valutando all'uopo il c.d. modello dell'eccezione e dell'evento del reato. Nella parte conclusiva dello scritto si discute della possibilità di emanare misure cautelari a soggetti incapaci de lege lata e de lege ferenda. Nell’intero scritto si procede all’analisi critica della giurisprudenza relativa agli istituti giuridici trattati.
Keywords
capacità di intendere e volere; incapacità di intendere e volere; ridotta capacità; stato preordinato di incapacità di intendere e volere; diritto penale
Hrčak ID:
193723
URI
Publication date:
30.12.2017.
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