Original scientific paper
CERCHIA DELLA PITTURA ZARATINA DELLA SECONDA METTÀ DEL QUATTROCENTO
Emil Hilje
; Faculty of philosophy in Zadar
Abstract
Il patrimonio pittorico zaratino dell’epoca tardogotica, sebbene di modesto volume, è interessante per l’evidenza della sua qualità, in base alla quale le opere conservatesi si distinguono dalla media della produzione di quel tempo in Dalmazia. A Zara si sono conservati sette dipinti: il »politico di Ugljan« (nella Collezione francescana), la Madonna con il Bambino (sempre nella Collezione francescana), il frammento di polittico proveniente da Luka, Dugi Otok (all’Esposizione permanente di Arte Sacra), la Madonna che allatta il Bambino dal convento di S. Maria (all’Esposizione permanente di Arte Sacra), la Madonna con il Bambino da Rava (all’Esposizione permanente di Arte Sacra), la »Madonna di Varoš (all’Esposizione permanente di Arte Sacra) e lo Sposalizio di S. Caterina (nella Collezione della chiesa parrocchiale a Smoković).
Eccetto le ultime due, delle quali la »Madonna di Varoš« è opera firmata di Biagio di Giorgio, e lo Sposalizio di Santa Caterina è opera di un pittore minore della sua cerchia, tutte le altre rappresentano un complesso problema attributivo. È già stata messa in rilievo la loro affinità reciproca e constatata la loro appartenenza alla cerchia pittorica dalmata. Ma, oltre ad una generica somiglianza, alcune di queste opere rivelano una relazione reciproca più notevole di quanto sia stato finora osservato.
Così il frammento di polittico proveniente da Luka rivela notevoli somiglianze con il »polittico di Ugljan« nel modo di dipingere il Cristo morto, nell’accentuata qualità e nel sistema identico di punzonatura delläureola. La Madonna del convento di S. Maria, paragonata alla Madonna del »polittico di Ugljan«, presenta somiglianze nella definizione delle fisionomie, del drappeggio, del sontuoso trono e delle decorazioni pittoriche. Perciò queste tre opere, insieme agli affreschi nella cappella di S. Duje a Spalato, per i quali è già stata accertata läffinità in un gran numero di dettagli con il »polittico di Ugljan«, vanno considerate lavori dello stesso artista.
Essendo noto che gli affreschi spalatini furono eseguiti da Duje Marinov Vušković è da Giovanni di Pietro da Milano, indubbiamente l’autore delle opere citate è uno di loro. In base al legame con l’intagliatore Matej Moronzon, la cui influenza è visibila sul frammento proveniente da Luka, per il trattamento magistrale della doratura con leggere dosi dell’elemento »settentrionaleggiante«, si può supporre che si tratti di Giovanni di Pietro. In questo caso, la Madonna della Collezione francescana e probabilmente anche la Madonna di Rava, che sono di qualità leggermente inferiore, ma rivelano l’appartenenza alla stessa cerchia pittorica, possono essere considerate lavori di Duje Vušković.
Alla luce di quanto riportato, Giovanni di Pietro appare come il rappresentante di maggior rilievo del »gotico internazionale« in Dalmazia e, tutto considerato, come il portatore chiave di correnti artistiche innovatrici in questa regione.
Al gruppo dei dipinti ricordati, appartenenti alla seconda metà del XV secolo, si deve aggiungere anche un’opera finora sconosciuta. Nella chiesa ortodossa di S. Elia nel villaggio di Ceranje, presso Benkovac, si trova un dipinto di modeste dimensioni (23 x 57 cm) sul quale, incorniciati da una caratteristica cornice tardogotica, sono rappresentati la Madonna con il Bambino (nel campo inferiore) a il Cristo morto (nel campo superiore). A causa di successive riverniciature non è possibile definire con maggior precisione i caratteri della fattura pittorica, ma l’impressione generale rimanda ad una affinità con le opere di Biagio di Giorgio e i citati dipinti zaratini.
Keywords
Hrčak ID:
140966
URI
Publication date:
1.2.1991.
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