Izvorni znanstveni članak
Illiri o slavi e non più schiavoni: i dialetti croati al servizio del Risorgimento italiano
Persida Lazarević di Giacomo
; Università degli Studi “G. d’Annunzio” Chieti-Pescara Facoltà di Lingue e Letterature Straniere, Pescara, Italija
Sažetak
In questo lavoro viene analizzata la situazione dei croati e, soprattutto, della lingua croata (in particolare dei dialetti ikavi) in Italia settentrionale a metà del XIX secolo durante il Risorgimento. È noto che fino ai primi anni del XIX secolo per i croati è stato usato in prevalenza il termine schiavi, schiavoni ecc., con varie connotazioni. Al cambiamento di atteggiamento nei confronti dei croati (e degli slavi in generale), cioè nei confronti della lingua e della cultura croata, si arriva soprattutto grazie all’influsso diretto o indiretto del Risorgimento illirico e nel quadro delle concezioni risorgimentali che prevedevano un rapporto democratico nei confronti di tutti i popoli. Da quel momento in poi infatti in Italia, in modo sempre più conseguente e neutrale, i croati vengono chiamati illiri o slavi. Il motivo per cui non si arrivò a usare il termine croato consiste nel fatto che in quegli anni, e soprattutto durante gli anni rivoluzionari del 1848/1849, quel nome veniva identificato con gli appartenenti all’esercito austriaco. Sulla base di scrittori italiani minori che si trovarono sotto la diretta influenza del Mazzini e del Tommaso, così come sulla base di documenti allegati, viene preso in considerazione il ruolo della lingua croata, e in particolare di dialetti ikavi, nel far conoscere la situazione culturale degli slavi del sud al pubblico italiano. Come mezzo linguistico di lotta dei patrioti italiani del Risorgimento, la lingua croata ha contribuito a sviluppare rispetto nei confronti dei vari aspetti dell’identità culturale croata.
Ključne riječi
dialetti croati; Risorgimento; Schiavi/Schiavoni/Slavi/Illiri/Croati; identità culturale croata
Hrčak ID:
144200
URI
Datum izdavanja:
31.1.2010.
Posjeta: 1.971 *