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https://doi.org/10.32728/h2019.05

L’assemblea del 10 luglio 1922 della Società politica Edinost a Cosina e l’intento dell’ottobre 1922 di ripristinare l’attività della Società politica per Croati e Sloveni in Istria

Željko Klaić orcid id orcid.org/0000-0001-8976-4434 ; Pula


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str. 115-184

preuzimanja: 603

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Dato che in seguito all’annessione dell’Istria, Trieste e Gorizia al Regno d’Italia era stata messa a repentaglio l’esistenza della popolazione croata e slovena di questi territori, la preoccupazione dominante nelle file politiche slovene e croate fu il raggiungimento di un’intesa politica. Gli sforzi della Società politica Edinost di Trieste si mossero verso l’avviamento di un’attività politica unitaria nel territorio assoggettato all’Italia. Pur essendosi raccolte attorno ad un interesse nazionale comune, le visioni dei liberali e dei socialisti cristiani continuarono a differire all’interno della società unificata. Anche il giornale dei socialisti cristiani istriani Pučki prijatelj, che tornò alle stampe agli inizi di settembre 1919, sostenne la realizzazione dell’unità politica. Nel 1919 fu consigliato all’editore del giornale di evitare testi che provocassero scontri con la corrente nazional-liberale e, in vista delle elezioni statali del 1921, i socialisti cristiani appoggiarono i rappresentanti di tale corrente in qualità di candidati istriani. Però, senza un programma economico-sociale, non sarebbe stato possibile stabilire un’organizzazione solida ed efficace.
Già verso la metà del 1920 il clero goriziano aveva proposto un programma fondato su principi cristiano-sociali. La società Edinost condivideva la diffusione di tali principi, ma non li riconobbe quale programma della società perché avrebbero creato divergenze. Tuttavia, anche Pučki prijatelj iniziò a manifestare la propria insoddisfazione per l’inesistenza di un’attività sistematica ed organizzata. Il giornale manifestava la propria insoddisfazione proprio nel momento dell’annessione definitiva della Venezia Giulia all’Italia, agli inizi del 1921, enfatizzando la necessità di riorganizzare le attività e l’operato. Dopo le elezioni statali del maggio 1921, i socialisti cristiani criticarono pubblicamente la dirigenza di Edinost imputandole i deludenti risultati elettorali in Istria e a Trieste, e mettendo in questione il programma operativo della Società politica. Fu arduo anche Pučki prijatelj, criticando, innanzitutto, il programma elettorale. Era quindi inesistente una linea unitaria volta all’attuazione di un piano d’azione sensato nel campo politico, culturale, sociale ed economico. Furono proprio i risultati elettorali a spronare i socialisti cristiani istriani a prendere in considerazione l’avviamento di un’attività più indipendente e dinamica, come avevano già fatto i goriziani. Nel luglio 1921, fu costituito a Cosina il Sottocomitato istriano della Società politica Edinost, attribuendo l’incarico di presidente a Božo Milanović, che ricoprirà tale ruolo fino a luglio dell’anno successivo. Nel periodo iniziale della presidenza di Milanović nel Sottocomitato, non ci furono manifestazioni pubbliche di differimenti tra idee, tranne nei contatti personali. Soltanto dopo la pubblicazione del calendario Istranin per il 1922 da parte della Tipografia di Pisino, la polemica tra Učiteljski list e Pučki prijatelj rivela una discordanza di opinioni e l’assemblea del Sottocomitato istriano tenutasi a Cosina il 10 luglio 1922 e le conseguenti reazioni pubblicate nei giornali indicano che lo svolgimento della situazione portava verso una disgregazione. Un tentativo di ripristino delle attività della Società politica per croati e sloveni in Istria fu di breve durata: l’ascesa al potere del fascismo costrinse le parti contrastanti a raggiungere un accordo, che non si mantenne però a lungo perché le divergenze e i conflitti non potevano essere superati.

Ključne riječi

Hrčak ID:

244060

URI

https://hrcak.srce.hr/244060

Datum izdavanja:

31.12.2019.

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