Skoči na glavni sadržaj

Izvorni znanstveni članak

Riassunto: Ivan Uravić (1662 - 1732), il poeta glagolita di Dobrinj

Vjekoslav Štefanić


Puni tekst: hrvatski pdf 15.754 Kb

str. 201-222

preuzimanja: 0

citiraj


Sažetak

Sull'isola di Veglia fiori una richissima letteratura glagolitica. Assai povera, pero, e quella del periodo rinascimentale, ad esempio di qualche vicina citta dalmata. Infatti, non ci e parvenuta nessuna voce letteraria degna di menzione prima dei sec. XIX - XX. Questo fatto non lo smentiscono nemmeno i versi di Ivan Uravić (1662 - 1732) pubblicati in questo volume. Il nostro, dal 1710 fino morte funparroco a Dobrinj, una cittadina di circa 1000 - 1500 anime che contava fino a 20 - 27 preti! Oltre ad una ventina di poesie, fino ad oggi si sono conservati due manoscritti glagolitici per riti ecclesiastici tradoto da Ivan Uravić da un breviario latino in lingua veteroslava che rivela notevoli influssi dialettali del paese. Ne e derivato un breviario quasi del tutto nuovo. Il manoscritto, che reca la data di 1721, contiene l'Uffizio della beata vergine Maria Carmelitana e un altro del 1722 con sette uffizi (per la maggior parte incompleti). Queste traduzioni a uso della chiesa di Dobrinj sono quasi prive di significato letterario. Le poesie di Ivan Uravić, ciascuna dai 2 ai 180 versi, non sono mai state raccolte in volume. Sono infatti poesie d'occasione che l'autore annoto in margine ai registri, in particolare sui fogli iniziali dei libri di battesimo, matrimonio e decessi, di anno in anno. In questo modo esse sono datate dall’anno 1710 al 1730. Le poesie sono di uno scarso rigore nell'elaborazione formale e contenutistica: attenzione particolare e dedicata soltanto alle rime. Tuttavia Uravić ebbe una vena poetica: fantasia esuberante e spirito riflessivo. C'e inoltre una tendenza verso un modo di espressione piu realistico. Si ritiene opportuno di pubblicare queste poesie e di sottrarle all'oblio poiche non si tratta soltanto di una poesia religiosa scitta da un parroco. La maggiore di queste poesie (la 15a qui pubblicata) e un canto carnascialesco, una specie di testamento del Carnevale (con la data del 1718), impregnata di una sottile ironia verso il clero che sfrutta i suoi contadini. Questa raccolta di 22 poesie, ciascuna di esse preceduta da un commento succinto contiene pure le note con le spiegazioni delle parole poco conosciute.

Ključne riječi

Hrčak ID:

324415

URI

https://hrcak.srce.hr/324415

Datum izdavanja:

21.12.2024.

Podaci na drugim jezicima: hrvatski

Posjeta: 0 *