Ars Adriatica, No. 4, 2014.
Original scientific paper
Il dipinto della Madonna col Bambino al Courtauld Institute of Art di Londra – una proposta per Petar Jordanić
Emil Hilje
orcid.org/0000-0002-2675-9491
; Department of Art History, University of Zadar, Croatia
Abstract
Il dipinto della Madonna col Bambino firmato “OPVUS P. PETRI”, una volta facente parte della collezione Fareham (oggigiorno custodito al Courtauld Instistute of Art), è da tempo noto agli addetti ai lavori ma, nonostante ciò, è stato sottoposto ad analisi solo in modo marginale, dove i tentativi di attribuzione hanno riguardato pittori soddisfacenti criteri alquanto problematici – artisti di nome Petar ed eventualmente
riconducibili alla cerchia pittorica dello Squarcione o concretamente Carlo Crivelli, con le opere del quale, soprattutto quelle della sua prima fase artistica, mostra evidenti congruenze, particolarmente visibili nel dipinto della Madonna col Bambino al Fine Arts Gallery di San Diego (“Madonna Huldschinsky”). Nel 1926 Roberto Longhi l’attribuì al pittore padovano Pietro Calzetta, e nel 1929 Franz Drey a Pietro Alemanno, allievo del Crivelli, attivo nelle Marche nell’ultimo quarto del 15. secolo. Dopo la Seconda Guerra Mondiale il dipinto venne quasi completamente ignorato dagli addetti ai lavori. Le uniche indagini di un certo rilievo arrivarono da Pietro Zampetti, che assodò si trattasse praticamente di una copia della “Madonna Huldschinsky” del Crivelli, affermazione che, quanto all’attribuzione al Calzetti, ci dice conseguentemente che il dipinto dovrebbe esser stato concepito in Veneto, prima della partenza di Carlo Crivelli per Zara.
Nella ricerca dei dati che potrebbero fare ulteriore luce sulla problematica della Madonna col Bambino al The Courtauld Institute of Art informazioni preziose giungono dalla Fondazione Federico Zeri dell’Università di Bologna. Alla Fototeca Zeri vi si conservano infatti tre diverse fotografie del suddetto dipinto, contenenti informazioni brevi, ma utili. In tal senso è particolarmente intrigante l’iscrizione presente sul retro di una di queste foto, di provenienza dalla Dalmazia. Tutto ciò apre in qualche modo un’ulteriore possibilità di ricondurre il dipinto londinese ad un altro artista vicino ai fratelli Crivelli, tale Petar Jordanić, un sacerdote e pittore zaratino. Il suo nome viene tirato in causa dalla stessa firma, leggibile come "OPVUS P(RESBITERI) PETRI".
Fra le nozioni d’archivio concernenti Petar Jordanić non v’è praticamente menzione delle sue opere pittoriche. Oltre alla firma del 1493. sul polittico distrutto nella chiesa di S.ta Maria a Zara, l’unica testimonianza della sua attività artistica giunge dal fatto che nel 1500 era accompagnatore di una delegazione zaratina nell’entroterra con il compito di elaborare uno schizzo del terreno avente come obiettivo la difesa dagli ottomani. Detto questo, nei trenta documenti in cui viene nominato sono presenti impronte che ne tracciano la vita ed il legame con Zara. Il punto chiave sulle considerazioni riconducenti Petar Jordanić al Crivelli è il testamento di suo padre Marko Jordanov Nozdronja risalente alla fine del 1468, in cui Petar viene citato come esecutore testamentario, cosa che significa che all’epoca era maggiorenne, nato fra il 1446 ed il 1448. In tal caso, nel lasso di tempo in cui Carlo Crivelli soggiornò a Zara, avrebbe potuto esserne allievo. La sua opera pittorica infatti, sebbene sia modesta, mostra evidenti parallelismi con le opere di Carlo e Vittore Crivelli, fatto tra l’altro citato tempo fa da Ivo Petricioli, che sosteneva come Jordanić fosse stato alunno di uno dei fratelli Crivelli.
Il confronto del dipinto custodito al Courtauld Institute of Art di Londra con le opere conosciute di Petar Jordanić (La Madonna col Bambino di una collezione privata viennese, La Madonna col Bambino della chiesa parrocchiale di Tkon, i frammenti dipinti del soffitto della cattedrale di Zara, il polittico distrutto della chiesa di S.ta Maria a Zara) evidenzia molti punti di contatto. Oltre alla fisionomia generale della Madonna e del piccolo Cristo, che sono elementi dove le congruenze sono più notevoli, è possibile notare elementi specifici “morelliani” nel modo di disegnare singole parti del viso. Tali somiglianze sono particolarmente visibili confrontando il capo del piccolo Cristo del dipinto londinese con quello di Tkon, confronto da cui scaturiscono due capi della medesima formazione. Fra il dipinto londinese e quello viennese esistono alcune congruenze nel modo di dipingere il paesaggio, e molto simile è la maniera di decorare i tessuti dorati dello sfondo, con caulicoli ondulati e aguzze foglie di mandorlo.
Quando invece si tratta di qualità artistiche, emerge da subito la supremazia del dipinto londinese, sia sul piano della qualità che su quello stilistico, rispetto alle opere certe dello Jordanić. Tali discrepanze si possono però spiegare, trattandosi di copie più o meno litterali di un dipinto di Carlo Crivelli, probabilmente non della "Madonna Huldschinsky", bensì di un altro dipinto andato perduto, che doveva essergli molto vicino.
Naturalmente, nel caso il dipinto londinese venisse attribuito a Petar Jordanić determinandone la sua origine zaratina, ne scaturirebbe una controargomentazione riguardante la datazione della "Madonna Huldschinsky", fatta risalire ad un periodo precedente l’arrivo del Crivelli a Zara. Avremmo così un’ulteriore prova a supporto del fatto che proprio questo dipinto, che condivide molte similitudini con quello del Courtauld Institute of Art, sarebbe nato durante il soggiorno di Carlo a Zara.
Keywords
Petar Jordanić; Carlo Crivelli; Londra; Zara (Zadar); pittura; quattrocento
Hrčak ID:
130731
URI
Publication date:
19.12.2014.
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