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Original scientific paper

IL PREZBITERIO DEL DUOMO DI ZARA

Pavuša Vežić ; Zavod za zaštitu spomenika kulture, Zadar


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Abstract

Il gruppo delle basiliche paleocristiane zaratine è contraddistinto da una particolare caratteristica tipologica: il diametro interno dell’abside è maggiore dell’ampiezza della navata centrale della chiesa. A Zadar (Zara) si conoscono finora tre edifici di questo tipo, nentre in centri che subirono una certa influenza culturale da parte di questa città, ve ne sono ancora cinque. Al di fuori di questo gruppo, in Dalmazia, non si conoscono altri esempi di costruzioni di questo tipo. Le ricerche che già per il secondo anno si svolgono parallelamente ai lavori di restauro e di ricostruzione alla Cattedrale di Zadar, offrono l’occasione di approfondire le conoscenze sulle forme architettoniche della più importante tra le basiliche zaratine. Esse hanno rivelato il contenuto spaziale del suo presbiterio, sia nella disposizione originaria che nelle successive trasformazioni medievali. Questo lavoro è una relazione preliminare sul presbiterio della Cattedrale dall’epoca paleocristiana al quella romanica, senza interruzioni.
La Cattedrale fa parte dell’ampio complesso episcopale sorto verso la fine del IV e il principio del V secolo. Insieme alla chiesa furona innalzate anche le seguenti costruzioni: il diaconico a fianco della facciata, il battistero al centro e il catecumeneo sul retro. Della basilica sono rimasti solo pochi resti, ma sufficienti alla ricostruzione grafica di tutto il perimetro e, in particolare, dell’organizzazione spaziale del suo presbiterio. I colonnati della chiesa non si sono conservati, ma in base ad una descrizione del X secolo sappiamo che vi erano colonne di marmo, bianche e verdi, e affreschi e mosaici. Due colonne tortili nei colonnati romanici presentano in verità i caratteri di colonne antiche, mentre parti dei mosaici si sono conservate nella navata principale e laterale. In ogni modo, il reparto più importante dello strato paleocristiano della Cattedrale è la parte del suo presbiterio dove, nel fianco meridionale dell’abside si è conservato un grande pezzo di mosaico pavimentale e altri elementi nello spazio dell’abside. La curva dell’abside è conservata su tutto il perimetro, per la maggior parte solo in superficie sopra le fondamenta, ma sul fianco meridionale fino ad un’altezza di 7 m sopra il pavimento. Si sono qui conservati anche i resti di due finestre, e tutti i loro elementi principali: altezza, larghezza e distanza, ed è possibile concludere che sul manto absidale vi erano in tutto cinque finestre. Nel presbiterio è rimasta intatta anche aprte del subsellio, sedili destinati ai sacerdoti collocati liberamente nello spazio. Di fronte ad esso si trova anche la base della colonna che in coppia con il robusto pilastro davanti all’abiside, e con il medesimo paio di colonna e pilastro sul lato opposto, reggeva l’arco di trionfo, il cosidetto arcus maior. Lo spazio tra la curva del subsellio e del muro absidale era un passaggio semicircolare che come un deambulatorio girava intorno allo spazio dell’altare. Sul pavimento della parte di passaggio conservatasi si trova il mosaico ricordato. Esso si stendeva, come un tappeto, per tutta la sua lunghezza.
Nel corso dell’altomedioevo al complesso episcopale fu aggiunto un nuovo strato architettonico, con cui l’insieme ebba anche una cisterna collocata sul posto dell’antico diaconico, mentre furono annesse le nuove pastoforie sui fianchi dell’abside paleocristiana. Quella sul lato sud è costruita nello spazio tra l’abside e il catecumeneo. È stata realizzata coprendo quest’angolo su cui è costruita una volta a botte cordonate. La parte sacra della pastoforia è ricoperta da una semicalotta appoggiata su trombe angolari. Con la chiusura di questo spazio fu murata anche la prima finestra dell’abside. Uguale era anche la situazione sul lato opposto ma qui non vi sono tracce dell’annessione. È rimasta annotata sulla pianta della cattedrale del 1861.
Le ricerche più recenti hanno anche rivelato la possibilità che la cripta romanica sia stata preceduda da una preromanica. A favore di questa tesi parlano i resti di costruzioni più antiche sotto i muri della cripta romanica come anche le colonne riutilizzate e i capitelli riscolpiti dei suoi colonnati. Tuttavia, eccetto la disposizione di base non è possibile fare altre supposizioni sull’antica cripta o confessio. Si deve, comunque, dire che ciò che si sa di essa, insieme alle pastoforie ricordate, prova la ristrutturazione del presbiterio nell’altomedioevo. La nuova forma architettonica è delineata anche dalle parti di arredi in pietra con caratteri stilistici del primo periodo dell’arte preromanica, verso la fine dell’VIII secolo e il principio del IX secolo. Tutto ciò testimonia l’introduzione di nuove funzioni liturgiche che imposero l’esigenza di transformare il presbiterio della basilica paleocristiana in età preromanica.
Durante il medioevo furono eseguiti nuovi interventi all’interno della Cattedrale. I più rilevanti risalgono al romanico, quando la basilica fu ricostruita interamente come un edificio del tutto nuovo. Ebbe una nuova abside, furono rifatti il muro settentrionale e la facciata, i colonnati e le gallerie, una nuova cripta e un nuovo presbiterio. Le ricerche odierne hanno dimostrato che tutta questa struttura fu realizzata nel XII secolo e che ultimata l’organizzazione spaziale fu solo allungata di 14 m dalla parte della facciata, nel XIII secolo.
L’abside fu innalzata completamente rinnovata appoggiata dal lato internolungo la traccia antica. Per questo motivo davanti alle pastoforie sono costruite profunde nicchie che conducono verso le loro porte. Il nucleo dei pilastri davanti alläbside è quello antico, organicamente collegato al muro dell’abside originaria, ma è stata ricoperta da un nuovo manto murario. La cripta occupa tutta l’ampiezza sotto la navata centrale della chiesa. Con la larghezza giunge fino al suo centro e con l’altezza supera il livello dei pavimenti nelle navate. All’interno della cripta conducono due corti bracci di scale dalla navata principale. Due colonnati suddividono lo spazio in tre navate. Sul retro vi è l’ampio spazio apsidale. Proprio nell’angolo sul lato nord è stata scoperta la porta che conduce alla scala laterale. Sul lato opposto un muro collocato obliquamente copre l’angolo, disposto come il precedente. Tutavia qui non vi sono nè porta, nè scala. Un sistema di volte a crociera ricopre tutto lo spazio della cripta. Il presbiterio nello spazio cosi costruito si trovava a livello delle navate della chiesa, appoggiato sulle volte della cripta e limitato sul lato anteriore da un’ampia scala di fronte alla navata principale, e di fronte alle navate laterali separato dai colonnati con un parapetto. Lungo il parapetto corre una cornice profilata su cui vi era una balaustrata. Il presbiterio ha anche due navate laterali, due corti bracci di scale che dal fondo delle navate laterali conducono verso l’altare maggiore. Accanto a quella sul lato sud c’è un pozzo con un’apertura dello spessore del muro della cripta. Sul lato nord è intatto un corridoio che scende allo spazio presbiteriale, lungo il suo fianco. Girando intorno al pilastro davanti all’abside conduce verso la nicchia sopra la postoforia, e oltre, scendendo le scale, nella cripta. I parapetti del corridoio sono interamente conservati e su di essi, anche qui, vi era una balaustrata. Sul lato oppostonon c’e più il corridoio, ma è rimasto il nucleo murario del suo parapetto. Sembra che il corridoio sia andato distrutto nel corso delle successive trasformazioni di questo spazio. In fondo al presbiterio, lungo la curva dell’abside, è appoggiato il subsellio con la cattedra vescovile.
In complesso, con la costruzione del presbiterio romanico nello spazio della Cattedrale di Zadar, si sono conservate le sue pastoforie preromaniche e le parti laterali dell’abside paleocristiana. La parte superiore è stata demolita con la costruzione dell’abside e della cripta romaniche. La cripta tuttavia insieme alle pastoforie eredita la rete degli antichi percorsi rituali nel nuovo spazio. Così il corpo delle basiliche paleocristiane e le funzioni della liturgia preromanica predeterminano le forme, le proporzioni e la distribuzione spaziale nel presbiterio della basilica romanica.

Keywords

Hrčak ID:

155606

URI

https://hrcak.srce.hr/155606

Publication date:

13.12.1990.

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