Gli Istriani presso la cattedra episcopale di Fiume

Autori

  • Marko Medved

Parole chiave:

vescovi di Fiume, Isidoro Sain, Antonio Santin, Josip Pavlišić, XX secolo

Abstract

Nella cronologia della giovane Diocesi di Fiume un ruolo importante appartiene agli Istriani. Fra i sette vescovi (arcivescovi), ben tre provengono dall’Istria. Isidoro Sain (Izidor Šajn), un benedettino da Zidine presso Cittanova, dirigeva l’amministrazione apostolica di Fiume e dopo la costituzione della diocesi diventò il suo primo vescovo nel 1926. Contemporaneamente all’istituzione delle strutture diocesane, la formazione di nuove parrocchie e la costruzione delle chiese, accadeva il processo d’italianizzazione del presbiterio della nuova diocesi e d’imposizione della lingua italiana nelle parrocchie di Fiume e della Liburnia. Dopo di lui, nel 1933 la Santa Sede invia a Fiume Antonio Santin, rovignese d’origine, un sacerdote dalla Diocesi di Parenzo e Pola. Durante il suo episcopato con il rafforzamento delle strutture diocesane, deterioreranno ancora di più le relazioni tra la gerarchia italiana ed il clero slavo (sloveno e croato). Nel dopoguerra Josip Pavlišić, sacerdote della diocesi di Trieste e Capodistria, nato a Srbljani nella parrocchia di Pisino Vecchio, nel 1951 fu nominato assistente vescovo della Diocesi di Segna e Modruš. Dopo la formazione dell’arcidiocesi di Fiume e Segna diventa arcivescovo coadiutore, e nel 1974 ordinario. Ha gestito con successo e ha ricostruito nei tempi difficili una diocesi su un vasto territorio, ma con pochi sacerdoti, fino al 1990.

##submission.downloads##

Pubblicato

2011-02-02

Fascicolo

Sezione

Trattati e articoli