Formazione degli archivisti, figure e modalità nuove

Autori

  • Carlo Chenis

Abstract

L'autore ha diviso questo lavoro in sette parti, e precisamente: L'urgenza della formazione, Il contesto dei beni culturali, L'importanza degli archivi, La continuità ecclesiale, La trasformazione culturale, La gestione degli archivi e Conclusione. Accentua la rilevanza della custodia del patrimonio culturale. Purtroppo, tantissimi documenti nel passato sono andati distrutti, e perciò, quello che è stato conservato è assai importante. La conservazione di questa memoria richiede una formazione adeguata dei ministri della memoria, affinché ad ogni collettività sia garantita l'appartenenza alla propria epopea feriale e fastosa. L'autore in questo lavoro accentua la necessità della formazione degli archivisti ecclesiastici, mettendo in rilievo i documenti e la cultura prodotta dalla Chiesa che opera in tutto il mondo da due millenni. La formazione archivistica deve far riferimento agli orientamenti ecclesiastici generali e particolari. L'autore indica vari documenti pubblicati a livello della Chiesa universale da parte della Pontificia Commissione per i Beni Culturali della Chiesa dal 1994 al 2001. I suddetti documenti trattano i beni culturali conservati nei musei, nelle biblioteche e negli archivi, specialmente sotto l'aspetto della funzione pastorale di queste istituzioni. Molte Chiese particolari e molte istituzioni ecclesiastiche hanno emanato varie disposizioni a scopo della salvaguardia e la gestione del proprio patrimonio archivistico. Gli archivi ecclesiastici rappresentano il riscontro del rapporto intercorrente tra centro e periferia, per cui vanno gestiti con personale preparato a rispettare tali dinamiche. Gli archivi ecclesiastici devono usare le nuove tecnologie. I sistemi informatici non devono però essere sostitutivi al materiale documentario. Il personale deve esser capace di configurare progetti che non alienino i fruitori dal documento e dal territorio, bensì sospingerli all'incontro con gli archivi e, attraverso di essi, con il territorio. Il personale archivistio deve essere istruito in senso interdisciplinare e in contesto ecclesiale. Solo attraverso l'integrazione di molteplici competenze scientifiche, techiche, gestionali, umanistiche, ecclesiali, è possibile valorizzare pienamente l'ingente patrimonio archivistico prodotto per tanti secoli della storia della Chiesa cattolica. L'autore ritiene che si debbano organizzare corsi a livello nazionale e reggionale, stage di perfezionamento operativo, seminari di studio su particolari tematiche. Istituzioni ecclesiastiche e civili, associazioni archivistiche ed altri enti territoriali devono collaborare in questo senso. Riassumendo le proposte esposte in questo lavoro molto interessante ed utile, l'autore conclude che: Un sistema formativo, così articolato e coordinato, dovrebbe favorire l’animazione culturale del territorio e l'utilizzazione pastorale del patrimonio archivistico. I programmi che ne derivano vanno ponderati sui diversi 'target' di persone, poiché il contatto con le fonti storiche deve essere avviato in età scolare, deve attrarre i giovani, deve coinvolgere la collettività, deve favorire gli studiosi. Concludendo, solo nella misura in cui si professionalizza la formazione dei responsabili di ogni ordine e grado, gli archivi ecclesiastici entrano con forza culturale nel vissuto della comunità ecclesiale e civile, qualificando in tutti il senso di appartenenza al proprio territorio.

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Pubblicato

2007-02-02

Fascicolo

Sezione

Dalla teoria e dalla prassi archivistica