La donna nella famiglia e nella società – secondo le norme dello Statuto di Motovun /Montona/
Abstract
Lo Statuto di Montona riporta relativamente poche norme con le quali si regolavano la posizione ed il ruolo della donna nella famiglia, ma anche in base ad esse si possono trarre alcune conclusioni. La donna nella società medievale di Montona era relativamente messa al sicuro nel caso che avesse concluso il matrimonio in modo istriano. Cioè, le norme determinavano che i beni che sono stati portati dalla donna nel matrimonio, ed i quali, a dir vero, non amministrava da sola, non si potevano né dovevano alienare senza ragione e senza l’approvazione della stessa. Anzi, nemmeno il marito poteva liberamente disporre dei propri beni senza l’approvazione della moglie, siccome anche essa ne era proprietaria in metà. Inoltre, dopo la morte del marito, la moglie sarebbe diventata tutrice dei propri figli, anche se non avrebbe potuto decidere da sé su tutte le questioni riguardanti loro. La ragazza non poteva decidere da sé chi avrebbe sposato, cioè le serviva il consenso del padre, rispettivamente della madre, dei parenti, rispettivamente dei podestà. In caso contrario, sarebbe stata privata dei beni paterni e materni. Ma, se fosse vissuta conforme alle norme in vigore ed alla volontà dei genitori, la figlia non sarebbe stata discriminata in confronto ai fratelli, almeno quanto riguardava l’eredità, siccome i figli, nonostante il sesso, ereditavano parimenti i genitori. Se la sposa fosse vissuta conforme alle norme esistenti di regola avrebbe avuto l’esistenza assicurata. Però, nel caso che avesse trasgredito le norme sociali comunemente valide, sarebbe stata totalmente spinta ai margini della società. Vale a dire che in caso di adulterio avrebbe perso la dote e tutti i beni che in quel caso sarebbero appartenuti al marito. Oltre a quello che è stato detto, la sposa sarebbe stata condannata a sei mesi di prigione. Se, invece, fosse dimostrato che la donna era una ruffiana, sarebbe stata punita tagliandole il naso e sarebbe stata bandita dal distretto di Montona per sempre. Il legislatore di Montona prevvedeva le pene anche nei casi di stupro, ma esse non sono state conservate. La posizione della donna nella società medievale di Montona era in primo luogo determinata dal suo ruolo nella famiglia ed in quel senso era relativamente sicura. Anche se non poteva decidere dei lavori indipendentemente, la donna non era completamente esclusa dalla vita d’affari. In fondo, nel caso che avesse concluso il matrimonio in modo istriano la donna sarebbe stata una partner quasi pari all’uomo nei diritti, naturalmente se si fosse attenuta alle norme sociali generalmente accettate. Nel caso le avesse trasgredite, sarebbe stata gettata ai margini della società ed in quella situazione anche la sua sopravvivenza sarebbe stata messa in questione.
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