Alcune osservazioni riguardanti i documenti sulla storia dell’isola di Veglia recentemente pubblicati

Abstract

L’autore analizza 30 documenti tratti dall’Archivio di Stato di Venezia (Mensa patriarcale), riguardanti la storia dell’isola di Veglia, pubblicati da J. Kolanović nel primo tomo di questo periodico, uscito nel 1991. Di questi 30 documenti perfino 24 non sono stati finora noti al pubblico. Siccome si tratta del periodo dal secolo XII in poi, cioè del periodo per il quale ci sono pervenute relativamente poche notizie, i documenti recentemente pubblicati sono di un’importanza basilare per l’approfondimento della nostra conoscenza della storia croata. L’analisi dei documenti nr. 1, 2 e 3 (del 1153 e 1172) ha portato l’autore al risultato che si tratta di falsificati - il che significa che gli abitanti di Castelmuschio erano riusciti a rimanere patroni della chiesetta di S. Martino e che in questa chiesetta si continuava a celebrare la messa in lingua slava antica. I documenti nr. 6 (del 1175), 12, 14 e 15 si riferiscono alla vertenza tra i patroni di questa chiesetta, abitanti a Castelmuschio ed il monastero di S. Cipriano di Murano. La vertenza si protrasse per un periodo oltremodo lungo, perché gli abitanti di Castelmuschio difendevano accanitamente i loro diritti. Appena nel 1298 il doge Pietro Gradonico si espresse decisamente a favore del monastero di S. Cipriano. Oltremodo importanti sono le nuove notizie sui Conti di Veglia. Così p. es. adesso sapiamo che Bartolo V visse persino fino all'anno 1300 e che suo figlio svolgeva attività pubbliche ancora nel 1299.1 nuovi documenti confermano inoltre che i Conti di Veglia avevano temporaneamente perso l'isola di Veglia negli anni quaranta del secolo XIII: Federico e Bartolo, secondo i documenti 12, 14 e 15 erano attivi sulPisola negli anni 1243 e 1245.1 Conti di Veglia riguadagnarono l'isola già nella seconda metà dell'anno 1251 cacciando dalPisola i membri della famiglia Tiepolo. Infine, l’autore analizza la posizione del ramo Schinella dei Conti di Veglia - cacciati dall'isola dall’altro ramo della stessa famiglia nel 1358.