Alcuni momenti dello sviluppo del fascismo nel Pisinese nel quadro dello sviluppo generale del »fascismo istriano« 1919-1929 (attraverso il commento del materiale archivistico)
Abstract
Soltanto sulla scorta di alcuni documenti custoditi neirArchivio storico di Pisino e nell'Archivio di Stato di Trieste, l’autore ha provato dare un fugace sguardo sulle origini e il propagarsi del fascismo e del movimento fascista nel Pisinese. Per rendere più evidenti le peculiarità di quel processo evolutivo (dinamica della evoluzione, la struttura sociale, nazionale e quella dell’età, orientamenti politici nel movimento) viene brevemente esposto l’ambiente politico generale, ossia la peculiarità della scena politica del’Istria del dopoguerra, come una delle condizioni più importanti che ha favorito la nascita e lo sviluppo del fascismo in questi spazi geografici. Vengono presentati soltanto gli elementi fondamentali dei processi evolutivi, e nella misura in cui lo ha »consentito« la documentazione archivistica consultata, senza alcuna pretesa di darne una completa presentazione, però con manifesta intenzione di ribadire il ruolo, ossia la partecipazione del fascismo in quello che recentemente la bibliografia definisce fascismo »provinciale« e »di confine«, o, per essere più concreti »fascismo istriano«. È particolarmente importante ribadire che i fondi archivistici non abbondano di materiale di rilievo il quale darebbe una completa visione degli avvenimenti nel Pisinese. In altri termini, la documentazione è piuttosto parziale e frammentaria, ed è appunto per questo che era neccessario presentare lo sviluppo del fascismo nel Pisinese nel quadro del suo generale sviluppo in Istria, e il suo inserimento nel concetto più ampio del »fascismo istriano«. Il fascismo neiristria centrale, ovvero nel Pisinese (il quale comprende la maggior parte del suo territorio) ebbe uno sviluppo in condizioni sociali ed etniche molto specifiche. Infatti l’area è popolata prevalentemente dalla popolazione rurale croata (quella italiana invece risiede prevalentemente nei centri urbani). Pisino coi dintorni ha rappresentato sin dagli inizi, il massimo ostacolo al fascismo, per cui la partecipazione della popolazione alle organizzazioni fasciste è stata minima. Tale attegiamento nei confronti del fascismo la popolazione manterrà durante tutto il periodo dèi Regime. Benché il fascismo del Pisinese abbia percorso l’identico itinerario di sviluppo di quello delle altre parti dellTstria, identici sono stati anche i suoi fautori (gli intellettuali, gli ufficiali e i soldati in congedo, i veterani e reduci di guerra, i volontari e la gioventù irredentista dell’anteguerra), esso possiede le caratteristiche tipiche del fascismo agrario »rurale«, il quale, in tempi successivi si troverà sempre in opposizione rispetto alla burocrazia fascista e ai »politicanti borghesi«. La comparsa del fascismo e il suo propagarsi, come pure la sua indole, sull’area dell’ex distretto, circoscrizione e sottoprefettura di Pisino sono stati condizionati prevalentemente da fattori »interni«, dalla configurazione etno-nazionale e sociale come pure da peculiarità politico-economiche della società istriana del primo dopoguerra. La penetrazione del fascismo nella parte centrale della Penisola è stata più lenta che altrove. La popolazione in maggioranza croata, radicata in solide comunità patriarcali è stata un ostacolo alla penetrazione dell’ideologia fascista e alle sue stesse organizzazioni le quali assumevano un marcato orientamento antislavo. Per cui, soltanto dopo la liquidazione delle istituzioni nazionali, culturali, spirituali, politiche ed economiche dei croati, si è resa possibile la penetrazione del fascismo nell’area delle »grige zone allogene«. La cosa è confermata anche dal fatto che le organizzazioni fasciste compaiono dapprima nei maggiori centri urbani e successivamente in quelli rurali. Da un movimento tipicamente urbano ai suoi inizi, il fascismo nel Pisinese, negli anni venti inoltrati, assume gradualmente un carattere »agrario« rurale, mutandone non solo la struttura sociale, ma anche quella nazionale. Ed è appunto questa una delle caratteristiche del movimento fascista nel Pisinese. Il fascismo »agrario«, oltre a essere contrapposto a quello »urbano«, nella sua componente nazionale mai superata, esso è contrapposto al fascismo »cittadino di salotto« anche da posizioni ideologiche. Mentre il secondo figura come vero »politicantismo« dei cittadini medi, il primo è marcatamente militante, volgare, impulsivo, stereotipo dello squadrismo agressivo e »rivoluzionario«, il quale è sostenuto da gruppi giovanili. Nel periodo tra il 1919 e il 1929, visto nel suo complesso, è possibile notare ancora una sua »distinzione«. Benché molto agile politicamente (terroristicamente), fatto dovuto alla sua »giovinezza«, il movimento fascista è poco numeroso, ragione per cui esso è più aggressivo e più pericoloso. E tale rimarrà per tutto il decennio indipendentemente dal fatto che il regime tenterà in tutti i modi, attraverso le proprie istituzioni economiche, culturali e politiche, di fascistizzare, ovvero di assimilare la popolazione »allogena«.
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