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Una copia di un quadro di Tiziano : PROPOSTA PER PARRASIO MICHELI
Ivo Babić
; Građevinsko-arhitektonski fakultet u Splitu
Sažetak
In una collezione privata in Dalmazia si conserva un quadro, olio su tela (120x90cm). Si tratta, molto evidentemente, di un dipinto fatto sul modello di Tiziano, o più precisamente, della fase matura della sua produzione, caraterizzata da una tendenza verso l’incompiutezza.
Il quadro, per le sue caratteristiche, è molto simile a Salomè di Tiziano (114x96cm), dipinto di una collezione privata in Svizzera. Si tratta quasi di una copia; inizando dall’impostazione diagonale di Salomè con il vassoio sul quale si trova il capo di Giovanni Battista. Il numero di figure del quadro di Tiziano coincide con quello del quadro di Dalmazia, lo stesso è anche il rapporto tra le figure e lo sfondo. La figura di Salomè su entrambi i quadri è rappresentata all’altezza delle ginocchia. Le figure appaiono molto reali, come se stessero davanti all’osservatore, e il piatto con la testa quasi emerge dal quadro. Le coincidenze appaiono anche sul piano dei motivi: su entrambi i quadri l’ancella, situata a destra di Salomè, tiene con una mano il velo che le copre la testa. Tuttavia, il quadro in collezione privata in Dalmazia non è una mera copia di Tiziano. Per esempio, la testa di Giovanni Battsita ha una diversa impostazione. Il viso di Salomè sul quadro di Tiziano assomiglia a quello del quadro di Dalmazia, eppure non sono identici.
Un quadro molto simile a quello dalmato è un dipinto rappresentante Salomè attribuito a Parrasio Micheli (Michieli), esposto all’asta nella Galleria San Marco a Venezia il 1° luglio 2007. I due quadri si assomigliano per la cromatica, in cui prevalgono le tonalità di oro, per la composizione e per i singoli dettagli. Tuttavia, neanche questi due quadri sono identici, ad esempio, in uno Salomè ha uno spillone su ogni manica e nell’altro ne ha uno solo.
Il quadro esposto all’asta di Venezia si attribuisce a Parrasio Micheli per le ovvie analogie con gli altri suoi quadri; si tratta soprattutto della fisionomia delle donne rappresentate, con i loro visi paffuti, ovali, le labbra piccole, i capelli biondi. Appare curioso il fatto che Parrasio ebbe legami indiretti con la Dalmazia.
Nel suo testamento del 17 aprile 1578, la prima persona di cui si ricordò fu l’arcivesovo spalatino Alvise Michieli. Possiamo chiederci in che modo il giovane pittore si indebitò con l’arcivescovo e in che modo gli contraccambiò un probabile favore. Forse con un quadro?
Esisteva un altro legame tra Parrasio e la Dalmazia. Una volta vedovo il pittore, in età avanzata, probabilmente sposò Anzola di Brazza, una donna di umili origini. Nel testamento la nominò esecutore testamentario. Alla signora Anzola, 25 settembre 1579, dopo la morte del pittore, scrisse il loro agente Giulio Giunti da Madrid avvisandola sulla vendita di certi quadri. Chi fu alla fine Anzola di Brazza? Figlia di Vicenza e Zorzi detto Slovinja di Brazza, falegname impiegato in Arsenale. Il nome di Anzola appare per la prima volta il 25 settembre del 1569; sua madre nel testamento le lascia un quadro dorato rappresentante la Madonna. Bisogna menzionare che tra i quadri che Parrasio fece mandare in Spagna ce ne fu uno intitolato La Schiava bellissima. Cerchiamo di far presente l’immagine di Anzola, tendendo in mente la giovane e bella donna del quadro di Tiziano. Il quadro, conservato nel National Gallery a Londra, e risalente al 1510-12, dal XVII secolo è conosciuto come La Schiavona. Chi è infine la donna del quadro di Tiziano, rappresentata in un ambiente artistico? Si impone la domanda, come il quadro rappresentante Salomè finì in Dalmazia? In ogni caso, si tratta di un dipinto nato come eco della pittura tiziana in Dalmazia. Tranne gli originali di Tiziano conservati a Ragusa (Dubrovnik), a Spalato (Split) si conservano anche alcune copie di quadri di questo grande pittore.
Ključne riječi
Hrčak ID:
101692
URI
Datum izdavanja:
15.8.2011.
Posjeta: 2.329 *