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Izvorni znanstveni članak

LE MANI DEL CANONICO STURARIUS - CONTRIBUTO A NICCOLO DI GIOVANNI FIORENTINO

Ivo Petricioli ; Ulica kralja Zvonimira 10, Zadar


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Sažetak

L'autore pubblica per la prima volta la lapide sepolcrale in stile rinascimentale del canonico Matheus Sturarius, vicario dell'arcivescovo zaratino M. Vallaresso (1450-1495) e amministratore (archiplebanus) della chiesa di Madonna degli Ulivi alla periferia di Zara, dove fu sepolto. Descrivendola nei particolari e analizzandone le caratteristiche stilistiche, in base alla comparazione delle mani con quelle delle sculture di Niccolò Fiorentino, uno dei maggiori scultori della Dalmazia degli ultimi decenni del Quattrocento, le attribuisce a Niccolò, che si riccorda nel 1485 a Zara, dove gli sono attribuite anche varie sculture del rinascimento zaratino. L'autore tratta anche la vera della cisterna nel cortile della chiesa sulla quale sono scolpiti gli stemmi dell'arcivescovo M. Vallaresso e del canonico Sturarius, attribuendo anche questa a Niccolò. Lo stemma dello Sturarius contiene elementi dello stemma di Vallaresso, ciò che dimostra la forte relazione che lo legava all'arcivescovo di cui era canonico e vicario. In un documento del 5 settembre 1471 il canonico appare con il patronimico Damjanić. Siccome a cavallo dei secoli XIV e XV lavoravano a Zara due fratelli marangoni Damiano e Gregorio Sturičić, l'autore suppone che il canonico sia figlio di Damiano e che il suo cognome latinizzato Sturarius derivi da Sturičić.

Ključne riječi

Hrčak ID:

110105

URI

https://hrcak.srce.hr/110105

Datum izdavanja:

8.8.2005.

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