Izvorni znanstveni članak
Il rapporto tra i vescovi della Metropolia di Rijeka e autorità comuniste jugoslave
Miroslav Akmadža
; Hrvatski institut za povijest, Podružnica za proučavanje povijesti Slavonije, Baranje i Srijema
Sažetak
RIASSUNTO
I vescovi delle diocesi di Krk e Senj-Modruš (ordinario e vescovo ausiliare) ebbero con le autorità jugoslave rapporti che vanno rapportati alle difficili condizioni di vita della Chiesa cattolica nel secondo dopoguerra. L'operato del vescovo Dragutin Nežić non è oggetto dell'analisi dato che la posizione della Chiesa istriana era ancora specifica e ancora insoluta. Gli anni cinquanta e sessanta in cui era in atto il processo di creazione dell'arcidiocesi di Rijeka-Senj ebbero quali problemi principali nei rapporti tra Chiesa e Stato le questioni riguardanti le associazioni sacerdotali filogovernative, la questione della cessazine della presenza ecclesiastica con l'ora di religione nelle scuole, la nazionalizzazione dei beni ecclesiastici. Il vescovo di Krk Josip Srebrnić nonostante essendo stato antifascista reagiva intensamente ai soprusi commessi dalle autorità comunisti contro la Chiesa dopo di che egli con molta difficoltà riuscì ad ottenere il passaporto per recarsi alla visita ad limina nel 1959. Dopo la chiusura del seminario dovuta al processo farsa inscenato dalle autorità, il vescovo Viktor Burić interruppe le relazioni con le autorità le quali, sino ad allora, erano state abbastanza buone. Dalla visione dei documenti e delle relazioni degli organi jugoslavi risulta che nei confonti del vescovo ausiliare Josip Pavlišić venivano mosse forti accuse di atteggiamento ostile nei confronti de governo comunista. Le autorità jugoslave cercarono di osteggiare senza successo la nomina a arcivescovo coadiutore di Josip Pavlišić.
Ključne riječi
Parole chiave: Josip Srebrnić; Viktor Burić; Josip Pavlišić; arcidiocesi Rijeka-Senj; comunismo
Hrčak ID:
123664
URI
Datum izdavanja:
18.1.2010.
Posjeta: 1.538 *