Izvorni znanstveni članak
LEGGENDO UNA TRADUZIONE CROATA CINQUECENTESCA DALL’ITALIANO NOTE LESSICOLOGICHE
Žarko Muljačić
; Berlin
Sažetak
Il pubblico croato ha potuto leggere già al 1520 la prima traduzione manoscritta de »I Fioretti di S. Francesco«, opera nata – come è risaputo – tra il 1370 e il 1385 sulla falsariga della siloge latina »Actus beati Francisci et sociorum eius«, finita intorno al 1300. Il testo studioato, edito da J. Hamm (1987), si deve a un traduttore anonimo, oriundo in quanto pare da Split. Il manoscritto rispettivo (l’unico finora noto) si trova ora all’ Istituto di filologia slava dell’Università di Vienna (prima del 1966 esso apparteneva alla biblioteca di Sir John Phillips).
L’Autore vi ha finora identificato una ventina di lessemi di origine croata o romanza finora non registrati o registrati ma con significati diversi. Uno di questi, ossia l’aggettivo pronominale vlašći, -a, -e (che significa »proprio« e »medesimo«), è stato analizzato in un denso capitolo a parte e con buene ragioni. Mentre in quesi tutte le lingue europee il campo grammatico-lessicale rispettivo consta di tre unità (cf. nel latino: proprius – idem – ipse; nell’italiano standard: proprio – medesimo – stesso) nel croato ciacavo spalatino del primo Cinquecento esso è soltanto bimembe (vlašći »proprio«, »medesimo«, sâm »stesso«). E’ interessante che anche nella lingua dell’anonimo autore toscano tardotrecentesco il campo analogo è bimembre ma non im maniera uguale (medesimo vi vale »idem« e »ipse« e proprio significa soltanto »proprius«). Per le varietà italoromanze di questo tipo sono stati addotti modelli galloromanzi (si ricorderà che nel francese un lessema solo – (le) même – vale per »medesimo« e »stesso«). Sulle ragioni di questa strana »incongruenza« croata la discussione resta aperta.
Ključne riječi
Hrčak ID:
138105
URI
Datum izdavanja:
1.2.1996.
Posjeta: 1.850 *