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ANTE TRESIĆ PAVIČIĆ E LA PRIMA GUERRA MONDIALE

Fedora Ferluga-Petronio orcid id orcid.org/0000-0001-6686-9882 ; Sveučilište u Udinama


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Sažetak

Di Ante Tresić-Pavičić si è scritto molto di più dell’aspetto letterario della sua attività che non di quello politico, sebbene fosse impegnato in politica per quasi tutta la sua vita. Per quanto riguarda la prima guerra mondiale egli si fece clamorosamente notare per tutta una serie di episodi eclatanti ad incominciare dal fatto che apparve sulla scena il giorno stesso dell’attentato a Sarajevo, il 28 giugno del 1914. Quel giorno fu invitato dalla associazione degli studenti serbi »Zora« di Vienna a tenere un discorso per il 50° del circolo. Si presentò con una relazione dal titolo Budućnost južnih Slavena (Il futuro degli slavi meridionali) che però non fu letta a causa dell’attentato. Tresić decise allora di stamparla, ma potè farlo appena nel 1928, a proprie spese, un anno dopo essere stato costretto a dimettersi dall'incarico di ambasciatore del Regno dei serbi, croati e sloveni a Washington. Il contenuto della relazione era antiaustriaco ed in un certo senso anche profetico, poiché vi si presentava la creazione di uno stato comune jugoslavo al momento della caduta dell'Impero austroungarico. Erano già chiare in questa relazione le idee jugoslaviste di Tresić che in precedenza aveva mosso i primi passi in politica legato al Partito di diritto di Ante Starčević, partito di impronta nazionalista croato e ne fu anzi uno dei più accesi sostenitori.
Furono parecchi gli uomini di cultura e letterati croati che si avvicinarono man mano alle idee jugoslaviste, ma per nessuno le conseguenze furono così negative come per Tresić ed ebbero per il poeta delle ricadute negative sia per la sua attività politica come per la sua ricca ed originale produzione letteraria. Ciò era dovuto al suo carattere estremamente polemico per cui si era creato molti nemici.
Desiderava primeggiare in assoluto, si esponeva in primo piano e non ammetteva contraddizioni. Il suo comportamento, soprattutto per le oscillazioni politiche, ebbe delle conseguenze anche sulla sua attività letteraria che venne ingiustamente trascurata e rivalorizzata appena negli anni Novanta del secolo scorso.
Nel 1906 Tresić venne eletto deputato al parlamento di Vienna per la circoscrizione Brazza-Lesina-Lissa, carica che ricoprì fino allo scoppio della prima guerra mondiale nel 1914, quando fu imprigionato come elemento antiaustriaco per tre anni nelle carceri di Klagenfurt, Maribor e Graz. Durante tutto il suo mandato si era infatti battuto per i diritti dei croati pronunciando in parlamento dei discorsi molto accesi contro il regime. Per questa ragione durante la prigionia fu condannato all'impicaggione. Ottenuta la grazia venne rilasciato dal carcere e con l'apertura nel 1917 del Parlamento di Vienna si ripresentò con gli stessi toni polemici pronunciando il 19 ottobre del 1917 il famoso discorso di protesta contro la monarchia che fece scalpore in tutta l'Europa. Esso venne tradotto in tutte le lingue dell'Impero austro-ungarico nonché nelle principali lingue europee. Stralci del discorso vennero sparsi dagli aviatori italiani e francesi sulle trincee austriache incitando i soldati alla rivolta. Il ministero degli affari esteri austroungarico tentò di smantellare il discorso di Tresić, ma le reazioni furono molto deboli.
In questo clamoroso episodio si potrebbero ravvisare degli aspetti dannunziani, ma d'altra parte bisogna ammettere che Tresić dimostrò anche un notevole coraggio, poiché sebbene il governo fosse molto indebolito, egli poteva avere delle gravi conseguenze, essendo pur sempre ancora un sorvegliato speciale.
Si annovera ancora un episodio eclatante proprio alla fine della guerra, il 31 ottobre del 1918, quando Tresić su ordine del Consiglio nazionale croato si precipitò a Pola, dove a bordo della »Viribus unitis« i marinai si erano ribellati alla marina militare austroungarica e consegnarono l'ammiraglia e tutte le altre navi a Tresić, rappresentante del Consiglio nazionale croato. Ma la stessa notte fra il 31 ottobre ed il 1 novembre del 1914 per l’incursione di due ufficiali della marina italiana la corazzata fu affondata. Vi morirono tutti i 400 marinai assieme al loro capitano Janko Vuković Podkapelski. Tresić si salvò miracolosamente, poiché per ragioni di sicurezza aveva pernottato a bordo dello yacht imperiale »Miramare«.
In seguito, nel neocostituito Regno dei serbi, croati e sloveni ricoprì delle alte cariche diplomatiche. Fu nominato ambasciatore a Madrid e quindi a Washington, dove rimase fino al 1927, quando le autorità di Belgrado lo posero prima in aspettativa e poi in pensione nel 1931. Tresić si dimostrò molto critico nei riguardi del governo del nuovo stato che reputava troppo centralista, idee che poi denunciò nella prefazione al libretto Budućnost južnih Slavena, pubblicato a proprie spese nel 1928. Deluso nei suoi ideali panjugoslavi si accostò nuovamente al pensiero starčeviciano degli anni giovanili. Escluso ormai dalla vita politica si ritirò a Spalato, dove costruì una magnifica villa e lì continuò a scrivere opere prevalentemente storiche, mentre nel 1928, nello stesso anno in cui vide la luce il volumetto Budućnost južnih Slavena, pubblicò la raccolta di carattere personale Plavo cvijeće (Fiori azzurri), dedicata ai figli Branko e Veljko, la quale accanto alla silloge Sutonski soneti (Sonetti crepuscolari) rappresenta l’apice della sua produzione poetica.

Ključne riječi

Hrčak ID:

138988

URI

https://hrcak.srce.hr/138988

Datum izdavanja:

30.4.2015.

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