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LA VILLA ESTIVA BOZDARI A RIJEKA DUBROVAČKA E MARINO GROPPELI Idea, paesaggio e architettura Storia della costruzione della villa

Vladimir Marković ; Filozofski fakultet u Zagrebu


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Idea, paesaggio e architettura

I caratteri fondamentali dell’architettura delle ville nel territorio della Republica di Dubrovnik (Ragusa) nel XVI secolo erano già definiti. In epoca barocca si costruì con mirore intensità e si ripeterono per lo più schemi organizzativi precedentemente più schemi organizzativi precedentemente adottati. Tra le poche ville edificate nel XVII secolo spicca per il singolare rapporto tra architettura e natura la residenza estiva Bozdari nei pressi di Čajkovići a Rijeka dubrovačka. Eretta sotto rocce scoscese, lungo la riva del fiume Ombla, la sua facciata, il giardino e il ninfeo sono bagnati dalle acque. Che la presenza dell’acqua sia il motivo ispiratore della collocazione nello spazio è dimostrato da tutte e tre le componenti del progetto, infatti al centro dell’edificio, del ninfeo e del giardino è ugualmente presente l’acqua. L’importanza dell’acqua dimostra che con questa villa si volevano esprimere contenuti che vanno oltre il desiderio di un piacevole luogo di soggiorno all’ombra.
L’acqua è presente nella villa come contenuto »viscerale«, che rimanda alla tradizione tardorinascimentale – manieristica, ma espressa alla maniera barocca. Il tema dell’acqua assume altri significati guardando la villa nella veduta panoramica del paesaggio. La villa si stende lungo la riva del fiume e non possiamo spiegare la disposizione spaziale della sua architettura senza prendere in considerazione questo dato di fatto, e reciprocamente le acque della villa che si versano nello stesso fiume ne includono la presenza.
All’interno della villa un affresco rappresenta la »Caduta dei Giganti« e in base al tema è caratteristico del manierismo. Trovandosi, però, sul soffitto del salone centrale del primo piano ha lo stesso significato delle glorificazioni mitologico – allegoriche raffigurte in numerose residenze della stessa epoca in tutta Europa.
Gli affreschi sulle pareti della stessa sala sono andati distrutti, ma grazie alle cornici a stucco si è conservata la loro disposizione, e si può così concludere che per la prima volta nell’architettura civile a Dubrovnik la »drammaturgia« tematica degli affreschi è fondata invece che su una »narrazione lineare« e su una successione orizzontale delle scene, su rapporti spaziali. In alto, sul soffitto è rappresentato Zeus trionfante, principio ordinatore del mondo, da cui si può dedurre il significato di ciò che era rappresentato sulle superfici murarie vicine allo spettatore. Nello spazio è così stabilita una gerarchia di significati, una specie di piramide verticale, pur non essendo il risultato di una volontà di collegare illusionisticamente lo spazio architettonico e quello dipinto.

Storia della costruzione della villa

Nell’architettura della villa si riconoscono due fasi costruttive. Nel primo periodo fu portato a termine il pianoterra dell’edificio e furono innalzate le pareti del primo piano, furono inoltre realizzate le cornici in pietra delle finestre della facciata, delle porte al pianoterra e di quelle al primo piano che collegano il salone con i locali laterali. Questi lavori furono affidati ad un architetto che seguì la distribuzione spaziale caratteristica delle ville di Dubrovnik nel XVI secolo, con una grande sala collocata assialmente al primo piano e con due locali annessi su ogni lato tra i quali, da un lato, è sistemata la scala. La plastica architetonica allo stesso modo non è superiore alla media della scultura ragusea di quell’epoca. Si tratta per lo più di profili rinascimentali uniti a forme barocche, nel ridotto vocabolario di Dubrovnik.
Oltre ai lavori all’edificio, nella prima fase costruttiva fu realizzato anche il giardino con il pozzo, in quanto nella suddivisione della superficie del giardino fu ripreso il modo organizzativo in uso nell’architettura dei giardini delle ville ragusee più antiche.
La costruzione della villa fu interrotta e un nuovo progettista e dirigente dei lavori si assunse il compito di portare a termine l’opera. Egli concluse la sala con un soffitto alto, realizzato in legno, suddivise le pareti con campi rettangolari incorniciati a stucco, destinati ad essere dipinti, mentre sull’asse mediano collocò due portali con cornisi a modanatura composta, che sono intersecati da quadri rustici stilizzati. Sulle serraglie di entrambi i loro architravi è scolpita a bassorilievo una testa d’uomo barbuta, sopra i portali sono eseguiti a stucco rilievi con putti. Le opere scultoree ricordate mostrano evidenti corrispondenze con la figurazione dello scultore e architetto veneziano Marino Groppeli che dal 1706 al 1715 eresse a Dubrovnik la chiesa di S. Biagio (Sv. Vlaho). Sono particolarmente affini la testa di tritone della fontana al pianterreno della villa e il mascherone dell’ingresso sulla facciata, con i tritoni sulle facciate laterali della chiesa ricordata di Groppeli.
Ricercando analogie con la figurazione della villa Bozdari si è notato che va atribuito allo stesso scultore anche il monumento funerario del vescovo raguseo Toma Antun Scitti, del 1708, che si trova nella sacrestia della cattedrale di Dubrovnik, come il mascherone del palazzo in via Braće Andrijića n. 4 a Dubrovnik, dove anche la scala fu probabilmente eseguita su progetto dello stesso.
Le corrispondenze tra la porta della Guardia cittadina a Dubrovnik di Groppeli, la cui attribuzione è confermata da documenti d’archivio, e la soluzione del ninfeo della vilal Bozidari sono indubbie.
Così ampliata la cerchia dellättività di Marino Groppeli rivela che Dubrovnik è importante per la sua attività scultorea ed architettonica tanto quanto Venezia per la sua formazione artistica.

Ključne riječi

Hrčak ID:

156866

URI

https://hrcak.srce.hr/156866

Datum izdavanja:

13.12.1990.

Podaci na drugim jezicima: hrvatski

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