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Izvorni znanstveni članak

Tratti distintivi dei fonemi latini

Žarko Muljačić


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str. 83-105

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Nella prima parte l'autore prende in considerazione numerosi studi apparsi negli ultimi 25 anni e trattanti vari problemi della fonetica e fonologia (fonematica) latina.

L'autore accenna soltanto di passaggio a lavori di A. C. Juret, M. Niedermann, L. R. Palmer, A. Traina, R. G. Kent, V. Pisani e di altri filologi e fonetisti e se vi si sofferma qualche volta lo fa per sottolinearne quelle parti che non so no state ancora utilizzate nelle analisi fonologiche.

Fra i fonologi che abbordarono problemi di fonematica latina partendo da punti di vista differenti, alcuni (per es. N. S. Trubetzkoy, A. G. Haudricourt e A. G. Juilland, H. Lüdtke, H. Lausberg, R. Godel, H. Weinrich e S. Mariner Bigorra) elaborarono soltanto singole questioni, mentre altri, dopo aver affrontato l'intero sistema fonologico latino, pubblicarono studi contenenti specchietti dei fonemi latini (J. Horecky, W. Brandenstein, A. A. Hill e E. Alareos Lloraeh) o soltanto dati statistiei concernenti la frequenza dei fonemi latini e delle loro varianti combinatorie (G. K. Zipf e F. M. Rogers).

Siccome il numero dei fonemi del latino classico oscilla fra 22 e 36 (secondo le opinioni discordi di diversi studiosi) l'autore si è dato premura di analizzare a fondo vari problemi spinosi, risolti finora in modi contrastanti, e dalla cui giusta soluzione dipende la fonemicità o meno di diversi suoni e gruppi di suoni, che può anche variare di epoca in epoca. Fra le questioni più dibattute l'autore ha esaminato le questioni riguardanti il carattere fonologico delle vocali lunghe, dei dittonghi, delle consonanti geminate, delle semivocali e del »suono intermedio fra i ed u «; sono stati inoltre analizzati i gruppi di grafemi qu, gu e su dinanzi a vocale tautosillabica e l'appartenenza della variante [η] che si riscontra nella prima parte del gruppo consonantico che l'ortografia Iatina nota con GN.

Nella seconda parte del suo lavoro, dopo aver fatto 1'analisi dei tratti distintivi (abbr. TD) dei fonemi latini secondo il metodo binaristico di R. Jakobson, 1'autore propone soluzioni per alcuni problemi finora pendenti. Secondo lui casi come serwi -serui provano l'esistenza dell'undicesima vocale [ų] che si oppone a [ŭ] come rilassata a tesa. Questo fonema, dopo essersi consonantizzato in [b], fa coppia con [Φ]. Finalmente, le due spiranti passano nelle labiodentali [v] e [f]. Il betacismo e fenomeni concomitanti vengono cosi messi in chiaro. L'autore è del parere inoltre che il XI TD (di labializzazione) serviva una volta, accanto al TD prosodico della quantità, a distinguere l' [ă] dall' [ā] e forse anche altre vocali (vale a dire ŏ, ō, ŭ, ū di fronte a ē, ĕ, ī, ĭ). Questo tratto distintivo che opponeva anche le consonanti labiovelari [qụ] e [gụ] alle velari [k] e [g] venne eliminato dal sistema in vari modi: i due fonemi a rimanendone privi continuarono ad opporsi per qualche tempo grazie alla loro barcollante quantità, le altre vocali lo sostituirono con il TD X (di tonalità) mentre le labiovelari si scissero per lo più in sequenze bifonematiche [kb], [gb] nelle quali la seconda parte, realizzata come [w], fini col diventare, dopo alcuni secoli, variante del fonema vocalico [u].

In fine, l'autore pubblica due grafici dei fonemi latini all'inizio del I e del II secolo dell'era moderna seguiti dagli specchietti dei loro tratti distintivi.

Ključne riječi

Hrčak ID:

173111

URI

https://hrcak.srce.hr/173111

Datum izdavanja:

11.10.1967.

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