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Izvorni znanstveni članak

https://doi.org/10.32728/h2022.02

I patrizi Borisi: biografie concise, alberi genealogici ed eredità araldica dei membri del ramo comitale istriano (XV – XVIII sec.)

Gianpaolo Gergeta


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str. 91-134

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La famiglia Borisi è presente ad Antivari già dal XIV secolo. Qui esiste uno stemma in pietra del XV – XVI secolo: un pino sradicato su scudo attorniato da ghirlanda, il tutto racchiuso dentro ad una cornice saltellata. Piero Boris e Giacoma Bruti sono i capostipiti del ramo istriano dei Borisi. Avevano quattro figli: Bernardo, Marino, Francesco e MarcʼAntonio, e la figlia Franceschina. Dopo la caduta nel 1571 delle loro città natali di Antivari e Dulcigno in mano turca, i membri della famiglia Bruti emigrano a Capodistria, poi a Costantinopoli e in Moldavia, dove li raggiungono i figli di Piero Boris. Poi nel 1592 i fratelli Borisi vanno a Capodistria. Nella vicina Ancarano esiste una casa che espone il loro stemma: un pino sradicato su scudo italiano circondato da tre ghirlande e le lettere V, M, F e B, il tutto contenuto dentro alla cornice saltellata. Marino Borisio (Borisi) emigra a Ragusa. Nel 1593 Bernardo Borisi (Borisius, Borisio) riceve dal capitano di Raspo terreni abbandonati ed incolti nelle contrade di Acquadizza, Fontane, Monte Pighera e Scoglio Riviera. Due anni dopo, questo beneficio sarà confermato dal Senato veneto. Bernardo insedia coloni dalla Zeta e compra i resti del castello di Neboise, trasformandolo nella propria residenza e costruendovi accanto una chiesa. Su queste costruzioni egli ha esposto il suo stemma: due leoni affrontati sotto un pino sradicato. MarcʼAntonio Borisi (m. 1620) portava il titolo di Dragomano grande della Serenissima presso la Porta in Costantinopoli. A causa del deterioramento dei rapporti tra Venezia e lʼImpero Ottomano, viene giustiziato nel 1620 su ordine del gran visir. Suo figlio Pietro acquista nel 1648 per 1000 ducati la giurisdizione su Fontane e sul suo territorio, a cui era annesso il titolo di conte. Il titolo gli fu confermato nel 1665. Il suo stemma comprendeva uno scudo inquartato inclinato. Nel 1o e nel 4o campo dorato con capo azzurro, si trova un cipresso di colore naturale, terrazzato di verde e sostenuto da due leoni rossi controrampanti, coronati dʼoro. Quello destro tiene tra le zampe una corona dʼoro, quello a sinistra uno scettro. Nel 2o e nel 3o campo di colore argento, si trova un pampino di vite verde inclinato con due foglie e un grappolo dʼuva azzurro. Sopra lʼelmo si trova una corona d’oro da cui come ornamento spiccano piume di struzzo di colore oro, azzurro e argento. Il mantello a destra è di colore azzurro (interno) e oro (contorno), mentre a sinistra è di colore azzurro e argento. Grazie alle investiture del capitano di Raspo del 1687 e del 1691, MarcʼAntonio (1637 – 1706), figlio di Pietro, e i suoi fratelli riescono a imporre lapropria giurisdizione sulle acque e sul porto di Fontane, come pure ottenere il diritto esclusivo di pesca. Le investiture saranno annullate nel 1734. Nel 1725 i Borisi sono iscritti nel Ruolo dei titolati istriani. Nel 1791 Bernardo Borisi (1732 – 1807) ottiene dall’ultimo doge, Ludovico Manin, la conferma del titolo di Conte. Dopo la caduta della Serenissima, la nuova amministrazione austriaca (1797 – 1805) mantiene i diritti acquisiti, mentre durante il dominio francese (1805 – 1813) vengono banditi. Con il ritorno degli Asburgo vengono parzialmente ripristinati i diritti e i titoli nobiliari veneti.

Ključne riječi

Borisi, stemmi, genealogia, Antivari, Capodistria, Fontane

Hrčak ID:

309011

URI

https://hrcak.srce.hr/309011

Datum izdavanja:

29.12.2022.

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