Original scientific paper
https://doi.org/10.34075/sb.59.3.1
Fede e ragione: un'enciclica interroga il postcristianesimo
Gianluigi Pasquale
orcid.org/0000-0003-4538-9112
; Papinsko Sveučilište Lateran
Abstract
Enciclica scritta da San Giovanni Paolo II (1920-2005) esattamente
a vent’anni dalla sua promulgazione (1998-2018), «Fides
et ratio» inerente i rapporti intercorrenti tra fede e ragione. Alcune
vennero intercettate durante il ventennio trascorso, altre sono
inedite. Con la prima si ribadisce la completa autonomia della
filosofia rispetto alla teologia cristiana, quale scienza della fede
che pensa se stessa, motivo per il quale il sapere teologico non
sposa nessun tipo di filosofia, ovvero la utilizza «qua talis». Con
la seconda si ribadisce che la fede senza la «recta ratio» – oggi
intorbidita e indebolita dalla società della tecnica – non potrebbe
nulla senza il logos di cui si è attrezzata fin dall’inizio. Così,
con la terza tesi si (di)mostra che, onde evitare che il pensiero
riproducente se stesso prosegua all’infinito, essi trovi nella forma
incarnata del logos – Gesù Cristo – l’unica «saturazione» del proprio
ricercare. La quarta tesi rivela qualcosa che era sfuggito fino
a qualche mese fa, ossia l’insistenza di «Fides et ratio» ad aprirsi
ad altre culture, oltre a quella cristiana piuttosto secolarizzatasi,
tipo quella indiana o asiatica, essendovi una «ratio». Con la quinta
tesi, ugualmente inedita, si ravvisa che solo una «ragione etica»
ovvero amicale, responsabile, fiduciale, appunto, può permettere
alla fede di raggiungere quel livello rivelativo cui anela: nella
persona di Gesù Cristo.
Keywords
Fides et ratio; relazioni tra filosofia e teologia; fenomenologia ed ermeneutica dell’evento cristiano; «logos» filosofico e «logos» cristologico; mistero
Hrčak ID:
225242
URI
Publication date:
16.9.2019.
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