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Original scientific paper

LE FORTIFICAZIONI TRAURINE NEL XV SECOLO

Vanja Kovačić ; Konzervatorski odjel u Splitu


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page 109-134

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Abstract

La città di Traù (Trogir) è definita nei suoi confini naturali dall'isola sulla quale, nel lungo corso storico di duemila anni della città murata, le fortificazioni si svilupparono ad anello. Sul limitato spazio dell'isoletta si alternarono diversi sistemi fortificatori e le rispettive strategie belliche previste dal mare e dalla terraferma. Alla fine del XIV sec. si costruì, sul lato sud della città, una nuova cinta muraria che con i suoi merli raggiungeva in altezza le torri romaniche. l n tutta la parte sud della città, per una lunghezza di ca. 95 m, si sono interamente conservate le mura cittadine con il cammino di ronda nel convento di S. Nicola . Già verso la fine del XIII secolo era iniziata la costruzione di un lungo tratto di mura dove sorgeva una palizzata tra la città antica e il borgo, e per tutto il secolo successivo si fortificò il borgo con la cui addizione Traù raddoppiava la sua superficie urbana. Anche borgo era munito di torri, tra cui si segnalano la Torre grande alle catene e la Torre delle Polveri detta Oprah, termine noto nel lessico fortificatorio croato del tardo medioevo. I sondaggi archeologici hanno confermato l'andamento del tratto murario, lungo ca. 140 m, tra il centro storico e il borgo, dove una volta si trovava il fossato difensivo, rafforzato da una palizzata, del quale è rimasta memoria nel termine Obrov (scavo) . Come la vicina Spalato, Traù non si arrese volontariamente alla Repubblica di Venezia e questo portò nel 1419 ad un lungo blocco marittimo. La città non era sufficientemente preparata per un attaco dal mare non avendo mai rafforzato la debole parte inferiore delle cortine medioevali e nemmeno le torri quadrate che accompagnavano le mura a intervalli regolari . La flotta veneziana al comando di Pietro Loredan attaccò la città a cannonate colpendo il campanile della cattedrale, il convento di S. Nicola, il palazzo comunale e molti altri edifici. Come nelle altre città dalmate, Zara, Spalato e Sebenico, il nuovo governo intervenne con urgenza con lavori di restauro e costruzione di castelli che sono quasi sempre collocati perifericamente rispetto alla città, assicurando cosi la possibilità di difesa autonoma nel caso di rivolte. Il luogo di costruzione del castello fu scelto in un punto chiave del porto cittadino, accanto all'antica Torre grande alle catene, che era ideale per osservare l'accesso occidentale allo stretto marino tra Traù e l'isola di Čiovo e l'accesso a Spalato protetto dal golfo chiuso di Kaštela. Venezia inviò per questo da Bergamo a Zara e a Traù l'ingegnere militare Pincino affinchè adattasse e consolidasse le fortificazioni esistenti secondo le nuove esigenze difensive . I lavori furono affidati al maestro Marin Radojev che secondo alcune fonti avrebbe anche disegnato il castello. Il castello cittadino, più tardi noto con il nome di Camerlengo, ha pianta trapezoidale con una monumentale torre poligonale a sudovest, e torri quadrate minori agli angoli. Esternamente al castello v'era il cammino di guardia con il muro di sostegno, e verso la città si scavò un fosso artificiale di ca. 20 m di larghezza che fu riempito dal mare. Sulla torre grande sono collocati gli stemmi di Pietro Loredan , del capitano generale del Golfo, del conquistatore di Traù, il doge Francesco Foscari ( 1423-1457), e del conte traurino Maddalena Contarini (1430-1432), mentre sulle torri angolari del lato est sono collocati gli stemmi del conte traurino Jacopo Barbariga (1426-1429). L'accesso principale al castello era dalla città alla quale era collegato da un ponte su dieci piloni che passava sopra il canale difensivo. L'ingresso al porto era difeso da una bertesca su mensole a cui si accedeva dal cammino di guardia del castello, mentre la porta settentrionale era chiusa da una saracinesca di ferro. Dopo la fortificazione del castello cittadino e la costruzione della cinta muraria intorno al borgo cessò la funzione difensiva del tratto di mura eretto sul luogo della palizzata d'un tempo, tra la parte vecchia della città e il borgo, ed esso fu così demolito. Sul lato sud della città Traù mantenne il sistema difensivo tardomedioevale che era costituito dalla cortina con le torri, per poi adottare sul lato nord, alle prime incursioni dei Turchi dalla terraferma, un nuovo sistema difensivo con torri cilindriche e mezzalune. La caduta di Costantinopoli nel 1453 e, un decennio dopo, la rovina del regno di Bosnia furono chiari segnali di pericolo per le città dalmate. Alla fine degli anni 60' iniziarono le irruzioni turche in Dalmazia e il pericolo per la campagna di Spalato e Traù. Uno dei primi interventi fu la costruzione di una torre angolare cilindrica a nord-ovest della città, sembra per ordine del conte Lodovico Lando nel 1470. anche se dal la parte della terraferma si trovava lo stemma del conte Antonio de Canal (1496-1498), durante il governo del quale la torre fu verosimilmente ultimata. Nella parte conica del basamento vi è un locale con cupola con una sola feritoia per il cannone, mentre nella parte cilindrica al pianterreno vi sono cinque casematte con aperture rotonde all'esterno. Sulla terrazza che conclude l'edificio, in origine coperto da tetto, v'era la banchina con parapetti su mensole. La torre di S. Marco presenta somiglianze con il corpo centrale della torre Minceta a Ragusa (Dubrovnik), ma limitata dalla posizione e dalla poca profondità del canale non potè essere dotata di un moderno antemurale. Sul lato opposto della città, a nord-est, la facciata della cattedrale era esposta agli attacchi bellici e la difesa fu assicurata dalla costruzione di una torre semicircolare detta Malipiero dal conte cittadino Troilo Malipiero ( 1477- 1480). Essa fu completamente demolita nel secolo scorso durante i lavori di sistemazione della strada che passa esternamente alla città, e ne è rimasta testimonianza solo sulle rappresentazioni grafiche di Traù. Nella seconda metà del Quattrocento non vi furono grandi interventi sistematici alle mura, si risolsero invece, a causa della minaccia turca, solo alcuni punti deboli della difesa. La modellazione primo rinascimentale di torri più basse di forma semicircolare e circolare con basamento a piano inclinato, e la sostituzione dell'alto muro verticale della cortina con muri più bassi dotati di scarpa, indicano la diffusione di teorie fortificatorie moderne.

Keywords

Hrčak ID:

110484

URI

https://hrcak.srce.hr/110484

Publication date:

11.8.1998.

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