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Original scientific paper

IL PROGETTO DI GIACOMO BRIANO PER LA CHIESA DI S. VITO DEI GESUITI A RIJEKA (FIUME)

Nina Kudiš ; Pedagoški fakultet Sveučilišta u Rijeci


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Abstract

La chiesa di S.Vito, oggi cattedrale fiumana, fu eretta per volontà dei Gesuiti, la posa della prima pietra risale al 15 giugno 1638, solo pochi annidopo l'arrivo dell'ordine a Fiume. La costruzione della chiesa si protrasse,con interruzioni, fino al 1744 e anche allora non era completamente finita, il suo aspetto odierno è una fusione del progetto originale dell' architetto gesuita Giacomo Briano e delle modifiche susseguitesi nel corso della costruzione, specialmente nell'ultima fase, dal 1725 , quando diresse i lavori l'architetto Bernardino Martinuzzi di Gradiška. Per discutere di S. Vito è importantissimo il suo confronto con S. Maria Maggiore a Trieste, chiesa ugualmente dei Gesuiti. Oltre al fatto che Giacomo Briano è autore di entrambi i complessi, vi è tutta una serie di paralleli che può contribuire alla comprensione sia dei fattori sociali sia del procedimento architettonico-esecutivo tipico delle costruzioni gesuite. Ad ogni modo, la tesi più importante è quella di M. Walcher Casotti che riguarda la definizione stilistica della chiesa triestina, e con ciò stesso definisce anche lo stile del suoarchitetto - l'autrice puntualizza che siamo di fronte ad un 'architettura manieristica e non barocca. La riproduzione della facciata e la sezione dell'interno di S. Vito del Briano dimostrano pienamente in quale misura il trattato di architettura di Sebastiano Serlio sia stato significativo per il nostro architetto. S. Vito è unedificio dai caratteri stilistici accentuatamente tardomanieristici, e dal trattato del Serlio sono ripresi non solo il contorno di base ma anche elementi come il portale d'ingresso con le colonne laterali , le nicchie e gli oculi laterali, lalanterna, e la volta cassettonatadella cupola. La pianta stessa, secondo laquale è stata costruita la chiesa, sebbene riveli alcune somiglianze con una pianta di Baldassare Longhena, per la concezione dello spazio interno dell'edificio è molto più vicina al tempio centrale o ottagonale del Serlio. Nelcaso del Longhena si tratta di uno spazio centrale che tramite arcate è chiaramente separato dali' ampio deambulatorio ottagonale articolato da nicchie poco profonde per gli altari. Nella pianta del Briano, invece, domina una spazialità centrale da cui si allargano radialmente profonde cappelle, completamente separate fra loro. Tale distribuzione spaziale era conforme alle nuove esigenze della liturgia imposte dal movimento della Controriforma. Il Briano, per aver imitato un modello del XVI secolo, ma anche per la sua specifica formazione personale come architetto, realizzò sia a Fiume che aTrieste progetti di edifici sacri con caratteri stilistici del manierismo maturo, in particolare per quanto riguarda la decorazione architettonica, e altri appena preannuncianti la trasformazione barocca.

Keywords

Hrčak ID:

115959

URI

https://hrcak.srce.hr/115959

Publication date:

17.8.1994.

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