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Izvorni znanstveni članak

Ivo Frangeš ; Filozofski fakultet Sveučilišta u Zagrebu


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str. 125-131

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Sažetak

I versi latini di Ivan Golub non sono per niente preziosità di un intellettuale e, nello stesso tempo, un latinista provato del Novecento: sono voce di un poeta nostro contemporaneo, conscio che la densità dell’espressione classica rallenta, si, la "recezione", ma ne arricchisce l’effetto: non essendo la poesia fatta per una lettura superficiale, il latino di Golub conserva pienamente quella dulcedo ora- ziana di cui il titolo. Paragonando la poesia di Golub con quella del suo conter- raneo lontano, Giano Pannonio, possiamo dire: se la poesia di Pannonio fa pensare allé composizioni "epiche" di Andrea Mantegna e di Paolo Ucello o a quelle di Piero della Francesca, l’arte minuta di un terzo Ivan, il grande rappresentante
dell’arte "naïf" croata, suo amico e compagno di scuola, Ivan Lackovic Croata, si avvicina di più al mondo lirico. C’è tanto di comune nelle miniature golubiane e quelle lackoviciane. E’ proprio per cio che questa raccolta di versi latino-croata i suoi momenti più felici li raggiunge nelle composizioni brevi, essendo
la modestia francescana musa principale di Golub. Una cosa perô è certa: il latino sonoro di Golub, rievocando i vasti spazi delle cattedrali nonché il ma- gico ritmo della Vulgata, ci fa pensare alla fede profonda delle nostre, madri al tintinnio sommesso dei loro rosari modesti. Infatti, non solum pulchra, sed vere dulcia poemata golubiana.

Ključne riječi

Hrčak ID:

214633

URI

https://hrcak.srce.hr/214633

Datum izdavanja:

10.5.1996.

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