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https://doi.org/10.30925/zpfsr.39.3.10

L’ABORTO NEL SISTEMA GIURIDICO DELL’URSS DAL 1920 AL 1991 LEGALIZZAZIONE E CRIMINALIZZAZIONE

Zrinka Erent Sunko orcid id orcid.org/0000-0002-7801-5881 ; Pravni fakultet Sveučilište u Zagrebu, Zagreb, Hrvatska


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str. 1347-1367

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Il modello dell’URSS fa da esempio ad una regolamentazione giuridica duplice sull’aborto, come pure rappresenta un modello per effettuare una ricerca sugli effetti e le conseguenze sia della legalizzazione, che della criminalizzazione. Precisamente, dopo la Rivoluzione d’ottobre del 1920, il potere della RSFS russa legalizzò l’aborto. La legalizzazione costituiva parte della soluzione della „questione femminile“ e dell’equiparazione sociale della donna e dell’uomo. Tuttavia, una società dai molti problemi irrisolti e della popolazione affamata non ebbe né sufficiente volontà politica, né il fondamento economico per affrontare e risolvete tale questione. Le „babki“ continuavano a praticare aborti illegali, specialmente nelle zone di provincia, che distavano dalle strutture sanitarie autorizzate che si trovavano nelle grandi città.
Nondimeno, la mortalità delle donne diminuì. Con il potere e la politica di Stalin che mediante l’aumento delle nascite avrebbe dovuto garantire la forza lavorativa necessaria al fine di avviare l’industrializzazione, l’aborto venne vietato nel 1936. Vennero determinate le sanzioni sia per coloro che avessero praticato gli aborti, sia per le donne che da allora furono sotto il duplice peso del ruolo di madri e di „rabotnitse“. Tuttavia, la nuova criminalizzazione a causa di numerosi fattori non sortì i risultati aspettati. I procedimenti per reati di pratica di aborto in realtà erano più rari di quanto ci si aspettasse; mentre le sanzioni venivano più frequentemente comminate alla donne
che a coloro che a fini lucrativi praticavano aborti illegali. Purtroppo, nemmeno le misure statali volte ad incrementare la natalità, quali i bonus per bambini e la copertura delle spese delle colonie per bambini od altri benefici non furono utili. Il numero degli aborti illegali rimase elevato, sebbene in un primo momento dopo l’introduzione del divieto vi fu un calo. Il risultato degli aborti praticati clandestinamente e in condizioni igieniche pessime fu un elevato numero di decessi o di gravi conseguenze sulla salute delle donne. La criminalizzazione non portò all’aumento delle nascite; mentre al fine di coprire gli effetti negativi di tale decisione politica non si saprà mai la reale statistica negativa legata alle conseguenze degli aborti praticati in maniera non professionale e in condizioni non igieniche. Tale prassi perdurò fino alla morte di Stalin nel 1955, quando gli aborti vennero nuovamente legalizzati. Con certe limitazione, la situazione rimase tale sino alla disgregazione di questa potenza comunista.

Ključne riječi

aborto; URSS; donne; legalizzazione; criminalizzazione; mortalità

Hrčak ID:

216567

URI

https://hrcak.srce.hr/216567

Datum izdavanja:

28.12.2018.

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