Il »Parere tecnico« di Josip Jelačić sulla lingua ufficiale dei tribunali fiumani inviato al Ministro austriaco della giustizia (1852)
Abstract
Dopo la riorganizzazione dei tribunali nel Regno di Croazia e Slavonia (1850) sorgono gestazioni sulla lingua ufficiale dei tribunali fiumani. Date la poca chiarezza sulla questione e lata la petizione inoltrata da 11 avvocati fiumani in cui si chiede che la lingua ufficiale sia l’ita-, Josip Jelačić, bano e, dopo il 1848 governatore di Fiume e della Dalmazia, nel 1952 invia esente »Parere tecnico« al ministro austriaco della giustizia, col quale dimostra perché nei nali fiumani la lingua ufficiale debba essere il croato. Nel suo esposto descrive esauriente-le la situazione organizzativa dei tribunali fiumani, le loro competenze e la loro storia, hé la struttura etnica di Fiume e dintorni, lo stato della lingua e le condizioni economiche. L’argomento fondamentale su cui si basa è la situazione etnica e la diffusione delle lin| nei territori di competenza dei tribunali fiumani (Fiume, Buccari, Vinodol), sorretto dal de imperiale del 7 aprile 1850 che consentiva a ciascun popolo dell’Impero di esercitare i! all’uso della propria lingua. Tutti gli abitanti di Fiume parlano il croato come lingua madre, fil liano, invece, è parlato solo dai ceti colti, che non si occupano di commercio. Nei dintorni si parla e si comprende esclusivamente il croato. Per le necessità del commercio e della marra: si propone che l’italiano sia usato unicamente nelle cause commerciale-marittime. L’autore riporta la versione croata del documento, condotta sull’originale tedesco cust: to presso la Biblioteca scientifica di Zara.
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