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I comunisti italiani ai confini orientali dall'occupazione italiana alla Seconda guerra mondiale (1919-1945)

Leonardo Raito ; Università di Ferrara


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str. 349-376

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Nel difficile periodo della Resistenza ai confini orientali, i comunisti italiani
furono fautori di una politica ispirata a una autentica doppiezza. Accettando da un lato il
modello italiano dei Comitati di Liberazione Nazionale, i comunisti subivano il fascino
dell'organizzazione del movimento di liberazione jugoslavo. Il PC! pur subordinando all'obiettivo
della cacciata dei nazifascisti, tutte le decisioni in merito alle rivendicazioni territoriali e ai
nuovi confini, non mancava di ribadire l 'importanza dell'autodecisione dei popoli, in ossequio
alle teorie intemazionaliste, in tal modo favorendo le rivendicazioni degli sloveni e dei croati.
Non si capirebbe però la doppiezza manifestata nel periodo 1 943-45 se non si analizzassero le
posizioni dei comunisti nel primo dopoguerra, e l 'acuirsi delle tensioni tra nazionalità dovute
alla durezza del fascismo di confine. Questo saggio si propone di analizzare la lunga maturazione
degli ideali del PC! in merito alla situazione del confine orientale, spiegando in modo
concreto le problematiche in cui incorsero i comunisti italiani.

Ključne riječi

resistenza; confine orientale; partito comunista italiano; partito comunista jugoslavo

Hrčak ID:

135828

URI

https://hrcak.srce.hr/135828

Datum izdavanja:

5.3.2009.

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