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Il censimento italiano del 1° dicembre 1921 e i primi atti di italianizzazione della regione istriana

Francesco Scabar ; Trieste


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str. 348-425

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Sažetak

Nel suo centenario dalla sua stesura, il censimento del primo dicembre 1921
redatto dalle autorità del Regno d’Italia mostra un volto decisamente inedito
della neocostituita regione della Venezia Giulia. Se il precedente censimento
del 1910, redatto dalle autorità del dissolto Impero Asburgico mostrava una
tumultuosa ascesa delle popolazioni slave, sia slovene che serbo-croate, undici
anni più tardi la situazione era radicalmente cambiata con gli italiani che erano
ritornati a rivestire un ruolo preponderante sia dal punto di vista strettamente
numerico che da quello della presa culturale dato che le autorità del Regno, ad
un anno circa dalla salita al potere del fascismo, avevano già iniziato una politica di assimilazione culturale delle popolazioni allogene. Questo fatto è particolarmente evidente, da un lato, dall’italianizzazione di numerosi toponimi di
origine slava nei territori di Gorizia, di Trieste e dell’Istria secondo i dettami del
Regio Decreto del 20 gennaio 1921, dall’altro dai numerosi provvedimenti anti
slavi messi in atto dalle autorità del Regno già nell’era prefascista (chiusura di
scuole, biblioteche e centri culturali, espulsione di parroci e insegnanti di etnia
slovena e croata). Per comprendere queste dinamiche è utile un raffronto con il
Cadastre National de l’Istre redatto dalle autorità jugoslave nel 1945.

Ključne riječi

Censimento 1921, Venezia Giulia, italiani, sloveni, serbo-croati

Hrčak ID:

267354

URI

https://hrcak.srce.hr/267354

Datum izdavanja:

15.12.2021.

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