Original scientific paper
Costruzione del campanile della catedrale di Macarsca
Darka Bilić
; Institut za povijest umjetnosti Centar Cvito Fisković, Split
Abstract
Attraverso i documenti trovati nell’Archivio di Stato di Venezia nel seguente testo è stato possibile ricostruire il processo di edificazione del campanile della catedrale di Macarsca e indentificare i nomi dei maestri che vi lavoravano nel 1760. Per la prima volta si presentano al pubblico tre disegni, che rappresentano altrettanti progetti per la conclusione del campanile a costruzione già avviata a opera di un autore finora sconosciuto – l’ingegner Angelo Gianssix - insieme con i fabbisogni scritti dal progettista nel 1759.
La cattedrale di Macarsca è stata costruita dalle fondamenta a partire
dall’anno 1700 fino al 1758. La costruzione della chiesa è stata finanziata dalla Republica di Venezia, ad eccezione di una capella laterale finanziata dalla famiglia nobile locale Kačić: in questo modo la Serenissima adempiva ai suoi oblighi contenuti nel trattato firmato con la Santa Sede nel 1690.
Nel processo di edificazione della catedrale erano direttamente coinvolti i Provveditori generali della Serenissima Alvise Mocenigo (1696-1702), Pietro Vendramin (1726-29) e Francesco Grimani (1754-56) insieme con un seguito dei ingegneri che periodicamente visitavano il sito della costruzione e firmavano i progetti e i fabbisogni del cantiere, dove erano presenti quotidiamente i protomagistri e i tagliapietre, i fabbri e i falegnami. Il procuratore seguiva i lavori per conto del vescovo: l’unico procuratore noto è Antonio Ivanišević, nobile di Macarsca che svolgeva questa funzione da più di venti anni.
La posizione del campanile si vede per la prima volta sul progetto firmato dall’ingener Giuseppe D’André nel 1708, nell’angolo che l’abside forma con la cappella laterale ovest. Sui disegni del 1727 dell’ingener Francesco Melchiori non è indicato il campanile, che appare tuttavia nel disegno del 1757 dell’ingegner Bartolo Riviera: si vede la sua posizione segnalata con la lettera H e lo stesso ingegnere scrive che a quell’anno raggiunge l’altezza dei muri laterali della cattedrale.
Nel 1758 si conclude la costruzione della catedrale e su insistenza del vescovo di Macarsca il governo veneziano approva la stesura del progetto per la conclusione del campanile. Al Provveditore generale Contarini vengono date istruzioni perché il campanile sia modesto, adatto alla qualità del posto e la poverta dei suoi abitanti: la stesura del progetto venne affidata all’ingegnere militare Angelo Gianssix.
Il capitano Angelo Gianssix aveva appreso i primi insegnamenti di matematica applicata a fini militari dal padre, il fu colonnello Gianssix che aveva servito nell’esercito veneziano. Nel 1758 Angelo Gianssix conduceva i lavori di dragaggio del porto di Spalato e nel 1759 completava la carta topografica della Dalmazia da Zara a Macarsca.
Furono stesi tre progetti per il completamento del campanile: nel primo disegno si vede che fino a 1759 il campanile. superava di poco in altezza i muri laterali della chiesa, a conferma della nota dell’ingegner Riviera. All’ingegner Gianssix restava la stesura del progetto della parte finale del campanile, con la loggia per le campane e la copertura.
Il primo progetto era il più semplice, in accordo con le richieste del governo di Venezia: si trattava di una semplice loggia aperta su tutti i quattro lati da bifore e sormontata da una cornice e una copertura a piramide. Il secondo disegno proponeva invece una forma più elaborata per il campanile: sulla base già esistente veniva poggiata una loggia per le campane identica a quella del primo progetto e l’attico al di sopra viene aperto nel mezzo con una finestra ellissoidale. Infine, nel terzo progetto la parte finale del campanile viene concepita in due liveli, con due logge aperte da bifore, duplicate una al di sopra dell’altra.
Dalla lettera del Provveditore Generale Contarini si capisce che gli ultimi due progetti vennero redatti dall’ingegner Giassix seguendo i desideri del Vescovo di Macarsca, Stjepan Blašković, e del procuratore Ivanišević: essi volevano che il nuovo campanile della cattedrale fosse unico in città per la sua forma e contribuisse così alla bellezza della provincia.
Il Provveditore generale mandò a Venezia tutti e tre i disegni con i relativi fabbisogni per la realizzazione dell’opera: il costo era minore per la realizzazione del primo, il progetto più semplice. Il provveditore generale raccomanda quindi al governo la scelta del primo progetto, sulla base del costo inferiore e dell’inutilità di insistere sull’apparenza esteriore della chiesa, spiegando che le condizioni locali sono tali da non necessitare di un’opera maestosa per la popolazione, che il luogo scelto per la costruzione della catedrale e del campanile viene spesso colpito da fulmini e che la base del campanile non è proporzionata con la cattedrale.
Il governo della Serenissima, considerando valide le ragioni esposte dal provveditore generale, approva la realizazione del primo progetto dell’ingegner Gianssix, con il costo totale di settemila lire. Viene così ignorato il desiderio del Vescovo, che il nuovo campanile fosse il più bello della città e tra i più belli della provincia, e viene stanziata la somma di 145 zecchini.
I lavori sul campanile cominciano nel luglio del 1760 e si protraggono fino al 28 novembre dello stesso anno. Il proto principale dei lavori era Piero Licini di Brazza e il mastro falegname Battista Rossi. Gli altri maestri erano: Alessandro Licini, Antonio Palaversić, Ivan Costa, Marko Fontana, Antonio Rossi, Andrea Bruttapelle, Piero Scansi, Vicenzo Murat, Ivan Cechini, Ivan Perušić, Tomaso Girice, Matija Geričiević, Mihael Kjuković, Ivan Battara, Andrea Demon i Tomaso Miraglia, Zorzi Orlandini, Antonio Sambuk e Nikola Sambuk.
Il campanile di Makarska fa parte del più grande gruppo di campanili costruiti in Dalmazia nel 18° secolo: gli esempi appartenenti a questo gruppo si possono trovare da Zara a Macarsca. Le loro carateristiche sono l’alta base quadrata, quasi completamente chiusa, sulla quale poggia la loggia per le campane aperta su tutte i quattro lati da bifore, sormontata dalla cornice e conclusa da una piramide quadrata. La forma della base del campanile, inisieme alla loggia ne fanno la diretta continuazione delle forme romaniche del campanile di Aquilea. L’unica ma importante differenza consiste nella mancanza del tamburo poligonale sopra la loggia: come conseguenza è stata usata la piramide quadrata invece di quella poligonale. Il più antico e importante esempio di questa piramide si trova sul campanile della chiesa di San Marco a Venezia.
Traendo le conclusioni dai documenti presentati, si può supporre che la Repubblica di Venezia abbia applicato una politica orientata al massimo risparmio dei fondi destinati alla costruzione degli edifici non solo al campanile della cattedrale di Macarsca, ma anche agli altri edifici pubblici in suo possesso nella Dalmazia del 18° secolo: questa politica di finanziamento può spiegare la mancanza di forme barocche sugli edifici finanziati con il denaro pubblico.
Da questi documenti è possibile capire anche l’importante ruolo ricoperto dai Provveditori generali nella scelta del progetto che doveva essere realizato: infatti, in questo caso, il desiderio del vescovo di portare a compimento uno dei due progetti più grandiosi è stato ignorato, mentre viene preso in considerazione solo il consiglio del Provveditore generale, che ha valutato la situazione utilizzando i parametri di un nobile veneziano in servizio temporaneo nella provincia veneziana di Dalmazia e Albania.
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Hrčak ID:
101782
URI
Publication date:
15.8.2011.
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