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Original scientific paper

https://doi.org/10.32728/h2018.02

La scienza e la nuova era ovvero gli alchimisti pseudopolesi nella trasmutazio- ne in oro croata contemporanea: sul libro Hrvatski alkemičari tijekom stoljeća (Alchimisti croati attraverso i secoli) di Snježana Paušek-Baždar

Miodrag Kalčić orcid id orcid.org/0000-0002-7393-6446 ; Pula


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page 61-171

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Abstract

L’alchimia (l’arte della trasmutazione dei metalli in oro) fu una disciplina molto diffusa e un artigianato molto popolare nell’ottenimento dell’oro artificiale durante il medioevo e l’età moderna che a causa del suo permanente insuccesso andò tras- formandosi sempre di più dall’iniziale prassi sperimentale (proto chimica) in misti- cismo e spiritualità. Nel libro Hrvatski alkemičari tijekom stoljeća (Alchimisti croati attraverso i secoli) di Snježana Paušek-Baždar, l’alchimia viene interpretata quasi esclusivamente dal punto di vista del sovrannaturale ed ultrasensoriale, trascu- rando la storia delle scienze naturali, in primo luogo la chimica. Partendo dalle fonti citate e la propensione al misticismo cristiano e all’esoterico, è evidente l’approccio non scientifico dell’autrice nei confronti dell’alchimia, un approccio più appropriato al movimento (e all’ideologia) sociale sincretico ed eclettico pro-occidentale che vede il giustapporsi di abbinamenti improvvisati delle più disparate e incompatibili credenze, orientazioni, studi cosmici e scienze contemporanee, New Age (la nuova era) e delle pseudoscienze contemporanee che ne derivano, tra cui uno spazio importante occupa anche l’alchimia contemporanea.
Nel libro valutato in maniera lodevole (sia dalla pubblica opinione sia dalla comunità scientifica) e dall’ottima ricezione Hrvatski alkemičari tijekom stoljeća vengono presentati nove alchimisti: Barbara di Cilli (Barbara Celjska), Daniele da Capodistria, Pietro Buono, il canonico Ivan, Federico Crisogono, Giulio Camillo Del- minio (Duvnjak), Giovanni Bratti, Ivan Leopold Payer e Ignjat Martinović. Attraverso un’analisi critica, scientifica e storica dei presupposti alchimisti croati menzionati, si è stabilito che a nessuno di loro può essere attribuito l’epiteto di “alchimi- sta croato”: o non si tratta di alchimisti nel vero senso della parola oppure non appartengono al corpo etnico croato. Di loro nove, tre alchimisti sono, secondo il libro, polesi (Daniele da Capodistria, Pietro Buono e Giovanni Bratti), il che è una finzione storica (soltanto Pietro Buono soggiornò per un breve periodo a Pola) mentre per appartenenza etnica non fanno sicuramente parte del corpus croato.
Gli altri cinque e la donna alchimista si occuparono in maniera sporadica, com- pletamente marginale o non si occuparono affatto di alchimia quindi sono non alchimisti, quasi alchimisti o semialchimisti e per alcuni, inoltre, è anche incerta la nazionalità croata.
L’approccio New Age presente nell’opera Hrvatski alkemičari tijekom stoljeća non è convincente dal punto di vista dell’alchimia e manipolato dall’aspetto etnico (croato), brulicante di nebbie esoteriche, ombre astrologiche, misteri cristiani, spettri gnostici, oscurità ermetiche, finzioni storiche, interpretazioni superficiali e spiegazioni tendenziose. Nel complesso, il libro è un risultato pseudoscientifico del New Age, storicamente arbitrario e scientificamente infondato.

Keywords

Hrčak ID:

224670

URI

https://hrcak.srce.hr/224670

Publication date:

27.12.2018.

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