Original scientific paper
https://doi.org/10.32728/h2020.05
I monumenti romani come base della trasformazione urbana di Pola tra le due guerre mondiali
Emil Jurcan
Abstract
Soffermandosi sull’esempio della città di Pola, l’articolo considera l’approccio che lo sviluppo urbanistico modernista adottò nei confronti del patrimonio monumentale antico tra le due guerre mondiali. In questo periodo Pola fece parte dello Stato italiano la cui politica fu in primo luogo definita dal fascismo. Prendendo in considerazione il valore ideologico specifico che l’immaginario dell’antichità romana ebbe per il movimento fascista, l’articolo si pone l’obiettivo di riconoscere i momenti cruciali nel collegamento di tale immaginario con la trasformazione urbana della città avuta luogo in questo periodo, soprattutto attraverso l’uso di monumenti concreti quali l’Arco dei Sergi, il tempio d’Augusto e l’anfiteatro (l’Arena). Avvalendosi del metodo di ricerca storico artistico, l’autore descrive gli interventi apportati a tali monumenti nel contesto di un più ampio clima sociale, politico e culturale, oltre a considerare il contesto teorico che ha indirizzato gli interventi stessi. L’articolo è strutturato in cinque capitoli di cui i primi tre trattano degli interventi applicati ai più rilevanti monumenti romani della città mentre il quarto capitolo tratta il principio teorico che ha influenzato gli interventi, in primo luogo il pensiero dell’architetto italiano Gustavo Giovannoni. L’ultimo capitolo offre una sintesi di questo processo eclettico di modernizzazione della città attraverso la descrizione del piano urbanistico di Luigi Lenzi che riassume quanto era stato parzialmente realizzato nel tessuto cittadino fino a quel momento. L’articolo offre spiegazioni dettagliate sui rapporti che esistevano tra le varie discipline quali l’architettura, l’archeologia, la conservazione e l’urbanistica; discipline senza la cui interazione il processo di modernizzazione non si sarebbe potuto realizzare. L’obiettivo principale di questo processo era quello di creare una scenografia allestita per le parate politiche, per le manifestazioni e le marce della moderna società di massa. La macchina da presa, questa nuova tipologia di occhio, condizionò l’aspetto della scenografia a livello formale – essa doveva essere diacromatica, dare un ritmo alle sequenze, indirizzare lo sguardo dell’osservatore. Il nuovo tipo di architettura, usando il periodo dell’antichità romana come punto di partenza, offrì alla telecamera la scenografia desiderata.
Keywords
Hrčak ID:
269646
URI
Publication date:
30.12.2020.
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