Review article
Riassunto: Patrimonio culturale dei benedettini sull'isola di Veglia
Ivan Ostojić
Abstract
L'isola di Veglia contava cinque abbazie benedettine, un priorato e un convento di suore. L'abbazia piu antica e piu ricca di beni immobili e quella di Santa Lucia a Draga Baščanska. Fu certamente popolata dalla seconda meta dell'XI secolo, quando ottenne privilegi dal re croato Zvonimir, fino alla seconda meta del XV secolo, quando divenne commenda. Nel 1828 venne annessa alla mensa del vescovo di Veglia. L'altra abbazia e quella di Santa Maria di Košljun nella quale i benedettini vissero fino al 1438, e, dal 1447, e passata ai francescani. La terza e l'abbazia di san Niccolo di Omišalj (Castelmuschio). Nel 18. secolo i suoi possedimenti vennero assegnati all’Asilo dei poveri. Quarta e l'abbazia di san Lorenzo presso la citta di Veglia, che fu commenda dal 1489 fino alla prima meta del 19. secolo. E infine la quinta, di san Michele nella citta di Veglia il cui possesso fu incorporato nel 1802 al beneficio parrocchiale di Poljice. Il priorato di san Giovanni Battista, presso la citta di Vegla, venne fondato nel 1186 dal vescovo di Veglia ed esistette fino all'inizio del XV secolo. Il convento delle suore di Santa Maria nella citta di Veglia esiste tuttora. Tra i vari monumenti glagolitici antichi a Veglia il piu celebre e la Lapide di Baška (Baščanska ploča) nell'abbazia di santa Lucia risalente ai primi anni del XII secolo; la lapide si conserva attualmente presso I’Accademia jugoslava di arti e scienze. Al convento di Santa Maria sull' isolotto di Košljun viene altribuito il Kločev glagoljaš, una delle piu antiche fonti della lingua veteroslava. Papa Innocenzo IV confermo nel 1252 all'abbazia di san Niccolo di Castelmuschio l'antica consuetudine dell'uso del glagolitico. Famosi sono i monaci vegliotti Abbate Potepa, distintosi per la lotta a favore dell'uso della lingua popolare nei riti ecclesiastici nell’XI secolo e gli abbati Držiha e Dobrovit, dello stesso secolo, che eressero la chiesa di santa Lucia. Verso la meta del XIII secolo visse probabilmente nel convento di Košljun il monaco Vilim Crešanin (da Cherso), teologo e missionario fra i Tartari. I Benedettini ebbero a Veglia le proprie scuole nel Medio Evo per maschi e, nell’evo moderno per donne (amministrate dalle Benedettine). I monaci vegliotti scrissero libri, soprattutto glagolitici, nei propri scriptoria. Ogni convento possedeva una biblioteca. Di queste biblioteche si sono conservati fino ad oggi alcuni codici corali. Dei monumenti architettonico-culturali ci e giunta quausi intata la chiesa romanica di santa Lucia a Draga Baščanske con un ma o campanile davanti alla facciata anteriore. Inoltre a Košljun ci sono i resti della chiesa benedettina oggi cappella di san Bernardino ed i resti dell'abside della chiesa di san Lorenzo presso la citta di Veglia. Anche la chiesetta di san Crisostomo con pianta a croce, nel territorio della parrocchia di Dubašnica, appartenne probabilmente ai Benedettini. La chiesa abbaziale di san Michele a Veglia e l'atluale chiesa della Madonna della Salute. Possiamo qui menzionare anche le vaste ed alte rovine della basilica veterocristiana a Sapno presso Castelmuschio, in quanto fu adattata per i bisogni dei benedettini. La piu recente chiesa benedettina sull'isola e quella delle monache nella citta di Veglia. Resti di abitazioni medioevali benedettine si possono vedere presso la chiesa di santa Lucia a Draga Baščanska e alcuni muri presso Santa Maria a Košljun. Fra le opere d'arte in rilievo meritano menzione I'ornamento a intreccio sulla Lapide di Baška, i simboli degli Evangelisti sul campanile di Santa Lucia, il timpano semicircolare sulla porta della chiesa di san Michele a Veglia e il rilievo sulla lapide dell'abate Stipan a Castelmuschio. Risale alla prima meta del XIV secolo la camapana di santa Lucia. L’arte pittorica e presente con decorazioni, miniature e monogrammi negli antichi libri corali di Košljun. Particolarmente prezioso e un polittico acquistato dai benedettini per la chiesa di santa Lucia. Le Benedettine contribuirono all'artigianato artistico con la confezione e ricamo di parati e abiti ecclesiastici. Gli introiti delle abbazie abbandonate vennero incassati dal XV al XIX secolo dagli abbati commendatari, in particolare delle famiglie patrizie veneziane. Due vescovi di Veglia furono benedettini, mentre un abbate di Veglia fu vescoco in Albania. Ricordano i benedettini anche alcuni toponimi. A conelesione, l' autore elenca le fonti e la letteratura per la storia dei Benedettini sull'isola di Veglia.
Keywords
Hrčak ID:
324459
URI
Publication date:
22.4.1970.
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