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Navigare necesse est: il faro tra mondo antico e medioevo

Baldassarre GIARDINA ; Archemilia Firm Via Sorbelli, 40124 Bologna, Italy


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str. 443-457

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Il faro non è un semplice edificio portuale, è la luce che salva, è un punto di riferimento, per dirla con Michelet chi può
dire quante vite ha salvato in quelle terribili notti di tempesta nelle quali anche un intrepido capitano si smarriva? Il
faro non è solo quello di Alessandria, certo da esso, collocato sull’isola di Pharos, tutti gli altri presero il nome, ma già
nell’VIII secolo a.C., come ricorda Omero si usava fare segnalazioni alle navi tramite fuochi posti sulla sommità delle colline.
Poi, a partire dal VI secolo a.C. sulla costa greca e croata troviamo i primi veri e propri edifici, la tomba-faro di Akerastos
a Thasos, le torri di Jelsa presso Pharos-Hvar. Dal III secolo a.C, in poi dopo la costruzione della torre alessandrina costruire
fari sarà all’ordine del giorno tanto che, in epoca romana, Plinio dice che ce ne sono oramai ovunque come a Ostia e a Ravenna.
Ma oggi poche sono le tracce di questi giganti del mare, l’archeologia subacquea e gli scavi di emergenza stanno restituendo
alcune strutture ma siamo ben lontani dal recuperare i fari antichi. Il costruire un faro era anche un atto evergetico e di
propaganda imperiale come testimonia il faro di Patara in Turchia, ma aveva anche grande valore commerciale, infatti lo
vediamo rappresentato sulle monete, e attorno ad esso si sviluppava un'equipe che andava dall’umile servo al praefectus, tutti
a disposizione di quel grande monumento che consentiva, consente e consentirà una navigazione sicura.

Ključne riječi

faro; fuochi; Omero; Thasos; Patara; navigazione

Hrčak ID:

104337

URI

https://hrcak.srce.hr/104337

Datum izdavanja:

1.8.2012.

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