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Izvorni znanstveni članak

https://doi.org/10.32728/h2022.04

Il Distretto di Montona nel Catasto franceschino: le specificità, le condizioni economiche e lʼanalisi della struttura agraria

Antonietta Cereghetti Passini


Puni tekst: hrvatski pdf 2.933 Kb

str. 149-281

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Lʼanalisi della ricca documentazione presente nellʼArchivio di Stato di Trieste e relativa al Catasto franceschino allestito tra il 1818 e il 1840 per i 19 comuni catastali dellʼIstria settentrionale e centrale facenti parte di quello che allʼepoca fu il Distretto di Montona, ha permesso di definire caratteristiche comuni e specificità dei comuni stessi. Detti comuni erano organizzati amministrativamente in 3 capocomuni e 16 sottocomuni (Montona con: S. Pancrazio [Bercaz], Caldier, Caroiba, Montreo, Novacco, Raccotole, Sovischine, Zumesco, Visignano, Mondellebotte, S. Giovanni della Cisterna e S. Vitale; Portole con: Stridone [Sdregna] e Ceppich; Visinada con: Castellier e S. Domenica); lʼautorità politica e quella giudiziaria erano insediate a Montona mentre le istituzioni ecclesiastiche sottostavano rispettivamente alla Diocesi di Parenzo e a quella di Cittanova. Nel 1827 il Distretto di Montona contava 11.564 anime, 2767 nuclei famigliari e 2024 edifici ad uso abitativo. Solo i comuni amministrativi avevano una scuola pubblica; lʼanalfabetismo strumentale era pressoché totale. Della superficie totale del Distretto, calcolata in 28.704,74 ha, ben 27.777,88 ha (96,77 %) erano considerati terreni produttivi e, fatte salve trascurabili eccezioni, tutti coltivati. Delle quattro (raramente cinque) classi di fertilità del terreno produttivo, prevalevano quelle minori. Il 70 % del terreno produttivo era ad uso agricolo, mentre il rimanente 30 % erano boschi, ivi compreso il Bosco di Montona con una superficie complessiva di 1.641,71 ha. Nel Distretto conviveva una popolazione multietnica la cui attività principale era lʼagricoltura di tipo tradizionale con rotazione colturale in cicli di diversa durata; per importanza segue il taglio dei boschi. Le attività sono svolte in regime di insufficienza sia di bestiame di grosso taglio che di quello minuto e della conseguente scarsità di letame. Per aratura e trasporto con i carri, in mancanza dei buoi, si ricorreva spesso alle mucche; per il trasporto a soma ad asini e cavalli. Molte famiglie agricole faticavano a rifornirsi di legna da ardere e di legno per le attività agricole; il problema sussisteva anche in taluni comuni catastali altamente boschivi in quanto la maggior parte dei boschi, se non tutti, erano di proprietà demaniale. Sebbene attraverso il Distretto scorrano le abbondanti acque del fiume Quieto e dellʼaffluente Bottonega, la carenza idrica era una costante in quanto i corsi dʼacqua menzionati erano parte del Bosco demaniale di Montona; con i corsi dʼacqua minori non si arrivava a coprire il fabbisogno dei nuclei familiari e ancor meno dellʼagricoltura. Delle avversità climatiche, le più devastanti erano la siccità e la grandine. Il Distretto non aveva un proprio mercato, quindi le poche eccedenze, derivanti principalmente dalla viticoltura e, in misura minore, dal taglio dei boschi, venivano vendute fuori Distretto, soprattutto al mercato di Parenzo. Ad eccezione della strada postale Trieste – Pola, le vie di comunicazione interne erano trascurate e diventavano corsi dʼacqua nei periodi piovosi. Molte famiglie agricole erano in possesso di terre sulle quali gravavano svariati tributi feudali; altri coltivavano le terre altrui alle dure condizioni del contratto colonico. Le condizioni per raggiungere il minimo di sussistenza erano generalmente difficili e in alcuni comuni catastali estremamente difficili.

Ključne riječi

Catasto franceschino; Istria; Distretto di Montona; Montona; Portole; Visinada; Reggia foresta di Montona

Hrčak ID:

309015

URI

https://hrcak.srce.hr/309015

Datum izdavanja:

29.12.2022.

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