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Izvorni znanstveni članak

LA FACCIATA DELLA COLLEGIATA DI STARI PAG

Igor Fisković ; Filozofski fakultet u Zagrebu


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Nell'introduzione l'autore espone i diversi punti di vista finora formulati sull'architettura della chiesa della Collegiata quale unico monumento medioevale nella città abbandonata di Pago vecchia (Stari Pag). Egli distingue due fasi della sua formazione: la costruzione di una basilica a tre navate nel semplice formulario romanico del primo Trecento, e la ricostruzione della sua facciata, dall'anno 1392. Questo intervento era stato affidato a Paolo di Vanuzzi da Sulmona, la cui attività di scultore è accertata a Zara (Zadar) e nei dintorni dall'anno 1386 al 1400, e del quale questa è l'opera più monumentale. Lo scultore conferi all'edificio un carattere accentuatamente romanico gotico in momento quanto questo divenne Collegiata di Pago. L'autore dedica la massima attenzione alla lettura del contenuto della elaborazione figurativa della facciata riconoscendone il programma come integralmente teologico, ma anche la giustificazione storica negli avvenimenti socio-politici del tempo sull'isola di Pago. Egli evidenzia come scopo chiave l'identificazione dell'architettura della chiesa con la persona della Madonna. Sebbene l'edificio sia consacrato all'Assunzione della Vergine, al centro della facciata risalta un grande rilievo isolato dell'arcangelo Gabriele dell' Annunciazione. É implicito che la stessa chiesa era intesa come Madonna nell'ambito del dogma "Maria ecclesia", rispettivamente "Maria: civitas Dei" sviluppatosi nel medioevo. La spiegazione di tale soluzione si trova nella relazione istituita dalla filosofia scolastica tra il principio dell'Immacolata concezione e la dottrina del mistero dell'apparizione di Cristo sulla terra e della santità di Maria quali presupposti alla Sua assunzione in cielo. Quest'ultimo motivo è direttamente rappresentato dalla rosetta che nella zona superiore della facciata è sorretta da angeli a rilievo come se sollevasserro in cielo la Madonna stessa, ovvero l 'unica fonte di luce nella chiesa. Nella lunetta del portale, invece, è rappresentata narrativamente la Madonna della Misericordia come regina protettrice. Sotto il suo mantello sono raffigurati pittorescamente tutti i membri della società comunale di Pago, dal sacerdote al quale i diaconi portano la mitra (perché allora si era in attesa dell'istituzione del vescovato) e dalla personificazione della maternità da un parte, ai patrizi e ai plebei raggruppati dall'altra. É, dunque, evidente il compenetrarsi della realtà terrena e della simbologia religiosa che in forma arcaica è sintetizzata in cima alla luneta dalla minuscola figura dell'Agnus Dei tra due leoni. Più in alto seguono gli stemmi dei probabili donatori più meritevoli per la realizzazione del monumento (alcuni successivamente staccati a colpi di scalpello) e l'iscrizione con la data e la firma dell'autore del monumento. Tutto testimonia che la prima zona è intesa come rappresentazione del destino terreno della comunità cristiana in funzione della quale esisteva la chiesa. Alle estremità laterali sono collocati i rilievi allegorici del Giorno e della Notte, ciò che si spiega con il ciclo permanente di glorificazione della Madonna tipico dell'epoca gotica. Il significato dei rilievi del campo centrale è messo in risalto fin dall'inizio e, come continuazione della correlazione tra i poli terreni e celesti ai 416 quali era legata la sopravvivenza della comunità cristiana di Pago, è composta la zona terminale della facciata. Nel frontone triangolare sopra la rosetta, al centro, è il busto del Creatore che l ' autore d eli 'articolo ritiene si trovasse in cima al frontone. Infatti, notando le differenze morfologiche tra i rilievi e anche le prove della ricomposizione di quest'opera la colloca più rigorosamente nel contesto storico della transizione dal XIV al XV secolo. Attribuisce il rilievo ricordato di Dio Padre e di S. Giorgio quale patrono di Pago alla mano dello stesso scultore che aveva eseguito la facciata nel 1392. Collega, invece, la figura di S. Grisogono, stilisticamente più evoluta, alla conquista di Pago da parte degli Zaratini. Essi, infatti, nel 1394 incendiarono persino la città e probabilmente andò distrutta anche la chiesa sulla quale al tempo della prima ricostruzione fu collocato lo stemma dei nuovi signori. Al centro riconosce il rilievo di S. Marco molto più tardi staccato a colpi di scalpello, che si spiega ugualmente con la dominazione di Venezia, iniziata nel 1409, la quale conformemente alla sua politica lasciava i simboli preesistenti. Venezia, tuttavia, collocò il suo stemma, nel punto più in vista, ai piedi di Dio Padre, mantenendo intatto il significato complessivo della facciata della chiesa principale come palcoscenico delle credenze locali e degli avvenimenti reali ali 'interno di un centro provinciale. Cosi si nella facciata legge anche lo destino politico del paese nel primo quarto del XV. sec.

Ključne riječi

Hrčak ID:

111413

URI

https://hrcak.srce.hr/111413

Datum izdavanja:

10.12.1997.

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