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Crepuscolo Adriatico. Nazionalismo e socialismo italiano in Venezia Giulia (1896-1945)

William Klinger ; Centro di ricerche storiche – Rovigno


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str. 79-125

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L’orientamento internazionalista della socialdemocrazia italiana nel Litorale
austriaco corrispondeva agli interessi della centrale socialista viennese che allo stesso
tempo favorì il nazionalismo propugnato dai socialisti sudslavi, considerato un fattore di
coesione della monarchia anche dopo l’allargamento del suffragio. Dopo la dissoluzione
della monarchia e l’annessione all’Italia, la resistenza nazionale slava nella Venezia Giulia
fu vista dal Comintern come possibile strumento di sovversione dell’Italia fascista e, di
conseguenza, il Partito Comunista italiano dovette assecondare le richieste nazionali
jugoslave in Venezia Giulia. La repressione fascista colpirà con maggiore efficacia i
comunisti italiani di quelli slavi in Venezia Giulia, smantellandone l’apparato e la
predominanza organizzativa jugoslava si estese ulteriormente nel 1939 quando il Comintern
assegnò al Partito Comunista Jugoslavo, guidato da Tito, il compito di rifondare un
“centro interno” comunista in Italia. Il controllo assoluto da parte jugoslava del movimento
di resistenza antifascista sviluppatosi in Istria e nel Litorale a partire del 1941 impedì
qualsiasi forma autonoma di organizzazione comunista italiana nella Venezia Giulia, i cui
ultimi resti furono sgominati dall’occupazione germanica della regione.

Ključne riječi

Litorale austriaco, Austro marxismo, Venezia Giulia, bolscevizzazione, resistenza partigiana

Hrčak ID:

254210

URI

https://hrcak.srce.hr/254210

Datum izdavanja:

14.12.2012.

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